Il Rione Sanità riparte da Totò: «Due murales di speranza dopo la crisi»

Il Rione Sanità riparte da Totò: «Due murales di speranza dopo la crisi»
In uno c'è l'immagine di Totò, nella memorabile scena al bar con Peppino De Filippo nel film La banda degli onesti, nell'altro due volti che guardano...

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In uno c'è l'immagine di Totò, nella memorabile scena al bar con Peppino De Filippo nel film La banda degli onesti, nell'altro due volti che guardano verso l'alto. Sono i nuovi murales in corso di realizzazione al Rione Sanità. Due opere che, in pochi giorni, hanno calamitato l'attenzione di residenti, commercianti e turisti dopo i mesi di lockdown. Autori sono due street artist di fama internazionale ormai di casa alla Sanità: Tono Cruz e Mono Gonzalez, che hanno voluto prestare la loro arte per la ripresa dopo i mesi difficili attraversati a causa del Covid. «In uno dei due, quello di Gonzalez - dice padre Antonio Loffredo, parroco del quartiere - si vedono due sguardi rivolti verso l'alto, a significare che si deve sempre andare avanti e guardare al futuro con fierezza nonostante le difficoltà come il Coronavirus».

 
«In quella scena Totò parla a Peppino De Filippo del capitalismo e del consumismo utilizzando una metafora: lo zucchero. Una scena memorabile che tutti conoscono. Dopo il lockdown mi sembrava il modo migliore per raffigurare l'importanza dell'essere uniti in una comunità, come avviene alla Sanità. Ma soprattutto l'immagine di Totò, tra le maschere più amate dal pubblico, significa diffondere una risata per riprendersi dai mesi passati in quarantena». Tono Cruz, pur essendo originario delle isole Canarie, spiega in un perfetto italiano il senso del murale che ha realizzato in via Arena alla Sanità, sulla facciata del civico 136. Appollaiato su una gru, prima di continuare a dipingere, Cruz racconta di come «la gente della Sanità sia sempre accogliente e calorosa: tante signore da balconi e finestre ci hanno offerto caffè e cibo mentre noi eravamo intenti a lavorare. Abbiamo scelto di tornare in questo quartiere perché la Sanità è un'altra storia, di luce nel buio». Più taciturno il maestro Mono, che della sua opera dice: «Il murales rappresenta la speranza e invita tutti a rinforzare le unioni tra persone e comunità. In questo periodo di incertezza, l'unica speranza risiede in noi, nelle nostre relazioni e viene dal cielo». I nuovi murales, che rientrano in un progetto partito nel 2016 (Ultravioletto) hanno il sapore di un nuovo inizio, ma non sono nuovi gli artisti. Entrambi vecchi amici del rione (Nel 2015 Tono Cruz dipinse in piazza Sanità il primo murale dal titolo Luce, Mono impreziosì il campanile e la casa canonica del Cimitero delle Fontanelle), hanno voluto contribuire alla ripresa del quartiere scegliendo di donare al Rione Sanità forme, colori e altro splendore. Mentre Cruz realizzerà in via Arena alla Sanità un murale ispirato al film La banda degli onesti, Gonzalez dipingerà in vico Maresca due volti con il suo inconfondibile stile, che richiama alla mente le tante battaglie artistiche contro la politica di Pinochet in Cile.


«Quando ho incontrato Tono Cruz non immaginavo che mi avrebbe regalato tante avventure così dense nel breve ma intenso percorso che abbiamo condiviso». A parlare è padre Loffredo, che aggiunge: «Il lavoro di Tono si concentra intorno all'umana realtà, in tutte le sue sfaccettature e ama svolgerlo in collaborazione con altri per condividere la sua visione in un progetto collettivo. Mono invece resta il guru, soprattutto per i muralisti di lingua ispanica. La sua tecnica pittorica si basa su colori piatti e decisi, senza sfumature, fiancheggiati sempre da grandi linee nere. Ricordo quando commosso mi abbracciò dicendo Ho dipinto tanti murales, ho rischiato la vita per il mio partito, ma non sono mai stato mai ringraziato come qui alla Sanità e mai su un altare di una chiesa». «Due artisti che sono ormai amici del rione non solo per il bello che producono a vantaggio della collettività - ricorda Enzo Porzio, della Fondazione di Comunità San Gennaro che ha voluto l'iniziativa con il supporto della III Municipalità - ma anche perché sono ricchi della stessa umanità che caratterizza gli abitanti del quartiere». Mentre Enrico Mango, vice presidente di Round Table 18 Napoli (presidente Carlo Criscuolo), che ha finanziato il progetto insieme a Round Table 77 Caserta presieduta da Jacopo Provenzano e Club 41 Napoli presieduta da Nicola Ciccarelli, dice: «Alla Sanità avevamo già finanziato la palestra di boxe. Poi un giorno dopo il lockdown mi trovai nel rione e Enzo Porzio mi mostrò un bozzetto delle opere. Me ne innamorai e decidemmo di sostenerli».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino