La Saletta Rossa, che a oggi è ancora un campo di macerie, è la fotografia della letteratura che prova a risorgere tra le mille incertezze della burocrazia e la...
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Ripercorrere in questi giorni le sale in cui Pasolini, Eco e altri grandi della cultura italiana (e non solo) hanno scritto la storia della letteratura, è un tuffo al cuore. Un misto di nostalgia e speranza. Le macerie, la muffa, i mobili distrutti sono dappertutto. Sul pavimento della Saletta Rossa si trovano decine di compensati e cartoni. Le pareti sono distrutte, come i pochi mobili superstiti. Almeno i libri, rimasti per anni negli 850 mq dei locali dichiarati «Bene culturale dello Stato» dal Ministero, sono stati già portati via. Il restyling, che doveva finire «intorno al Natale 2020», come spiegava Mazzei all'indomani dell'acquisto dei locali (per 1 milione circa, dopo anni di aste deserte), è slittato a causa del Covid: «Burocrazia permettendo, speriamo di aprire al pubblico la prossima primavera - continua l'imprenditore - Libereremo tutto e puliremo entro inizio settembre. C'è poi la questione dell'attribuzione del corridoio demaniale al primo piano. Se il Demanio lo vorrà, glielo daremo, anche se a oggi non hanno detto nulla. La nostra speranza è solo di fare presto. Entro settembre avremo un rendering completo del progetto. Vorremmo creare un clima positivo intorno a noi, anche per sbloccare eventuali problemi burocratici. L'idea resta la stessa che avevamo l'anno scorso: all'interno dell'ex libreria ci sarà una factory londinese, uno spazio musicale e culturale di qualità. Stiamo lavorando anche con l'Academy digital di San Giovanni, per introdurre elementi di innovazione». E nei mesi scorsi si lavorava anche in ottica ristorazione. «Il nome è dello spazio è già deciso: si chiamerà Saletta Rossa, su questo non ci sono dubbi», aggiunge Sara Mazzei, la più giovane delle 5 giovani coinvolte nel progetto di rivitalizzazione dell'ex Guida. Finita la frase Sara sorride e indica le macerie: «Qui nascerà qualcosa di bello». Speriamo di sì, e speriamo presto.
Nella Saletta qualche disegno ha resistito all'abbandono. Un quadro, con la scritta nera su campo giallo, «Libreria Guida, laboratorio creativo 2000», è appoggiato davanti al balcone da cui si staccarono pericolosi calcinacci circa un anno e mezzo fa. Affacciandosi da qui, si vedono le insegne dei librai di Port'Alba, che affrontano di questi tempi la doppia crisi, quella della cultura e quella della pandemia. Gli affari stentano a decollare con decrescite vertiginose di incassi. «Parliamoci chiaro - commenta Pasquale Langella, dell'omonima libreria - in centro sono i turisti a portare soldi e indotto. Da quando sono tornati i visitatori, e cioè nell'ultima settimana, stiamo ripartendo anche un po' con le vendite. Però, i numeri parlano chiaro: a Port'Alba, dalla riapertura a oggi, cioè tra metà maggio e fine luglio 2020, abbiamo incassato circa l'80 per cento in meno sulle vendite al dettaglio rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Ci ha aiutato il commercio online, ma dalla fine della quarantena anche quello è calato». Insomma, sottrarre presto la Saletta Rossa alle macerie sarebbe una boccata d'ossigeno per tutta la via della letteratura. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino