È un periodo in cui lo scontro politico, anche quello più truce, finisce nell'arte. Oggi a Napoli inaugura la mostra collettiva Virginem = Partena, curata da...
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Messaggi forti. Per un autore che non le manda a dire: «Mi sono stancato e ho messo tutto quello che provo in queste sculture. Quando mi hanno invitato alla mostra non volevo partecipare, poi ho annunciato che avrei creato volutamente qualcosa di disturbante e la proprietaria dello spazio, Bianca Santangelo, mi ha dato massima libertà». Scuotto ammette (meno male) che in alcuni casi «la mano è scappata. Mentre mettevo insieme il mio contributo l'ho guardato e ho detto: che cosa ho combinato?, però, invece di fermarmi sono andato fino in fondo all'idea che avevo». Non rinnega quindi la forza contenuta in questa produzione ma ne spiega la metafora: «Quando ho iniziato a creare, Salvini era ancora ministro dell'Interno. Poi si è eliminato da solo. Ho voluto rappresentarlo come un bambinone che gioca a un videogame popolato da fantasmi, come si vede dai dettagli della pistola che è intenzionalmente spropositata. Dico che il suo messaggio politico è infantile, come una costante Play Station in cui bisogna individuare il nemico e abbatterlo». Nella mano l'ex ministro dell'Interno stringe il solito rosario: «Messo così diventa ridicolo: se l'arte riesce a farcelo sembrare tale allora sì che lo ha sconfitto». E quella scritta che campeggia, Game Over? «Identifica la conclusione del videogioco. Chissà cosa indica: la fine di Salvini o quella dei suoi nemici?». L'adozione del nome Morales, oltre a una nemesi personale, sta anche a testimoniare un'altra volontà: «Ho voglia di esprimermi fuori dal lavoro ai presepi che è il pane quotidiano. Infatti anche il tratto non è per niente presepiale, molto realistico, per nulla barocco». Scuotto, infine, tiene a precisare le sue posizioni politiche: «Non ho creato questa parodia salviniana perché sono comunista. Al massimo aspirerei ad essere anarchico. Non credo neanche alla sinistra, troppo tiepida, quasi aventiniana. Non voglio esprimere alcuna appartenenza ma so in cosa non credo. Sto seguendo con un po' di speranza il movimento delle Sardine, magari viene fuori qualche giovane interessante». Inevitabile aspettarsi che già da oggi la sua opera creerà polemiche. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino