Almeno una decina di colpi, esplosi ad altezza uomo. I killer hanno sparato sul gruppo all’impazzata, seguendo con la pistola i ragazzi mentre correvano verso un bar vicino,...
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Il raid è avvenuto poco dopo mezzanotte in via Botteghelle, nei pressi di un caseificio, al momento chiuso, e a pochi passi da un parco residenziale, dove abitualmente si intrattiene un gruppo di ragazzi che abitano in zona. Tra loro c’era anche quello che potrebbe essere il reale obiettivo della sparatoria: ha solo 16 anni, ma è parente di un uomo finito anni fa in galera con l’accusa di essere tra i promotori del clan Mazzarella.
I sicari, questa la ricostruzione al vaglio degli investigatori della Polizia, sono arrivati in sella a una motocicletta di grossa cilindrata. Erano in due, entrambi avevano il volto coperto da casco integrale. Il passeggero è sceso, ha puntato l’arma sui ragazzi e ha cominciato a sparare. I giovani sono subito corsi verso il vicino Hollywood Cafè per cercare riparo. I killer hanno continuato a sparare, alcune pallottole hanno mandato in frantumi la vetrina e le schegge di vetro hanno ferito alla testa un cliente; l’uomo, trasportato al Loreto Mare, è stato medicato con 6 punti di sutura e dimesso con prognosi di una decina di giorni. La Polizia Scientifica ha repertato 7 bossoli e 3 frammenti calibro 9x21 a terra e altri 3 proiettili all’interno di un’automobile parcheggiata vicino al bar.
Gli investigatori per il momento non escludono nessuna pista. Nella zona è stato registrato un picco di intimidazioni a scopo estorsivo, raramente denunciate per paura: l’ultima due settimane fa, quando un ordigno artigianale è esploso davanti a un ristorante di via San Giorgio Vecchio. Negli ultimi due mesi alcune scarcerazioni eccellenti potrebbero aver fatto traballare i già precari equilibri criminali e in questa settimana è attesa la sentenza sull’ultima ordinanza che ha coinvolto il clan Troia, costola degli Abate diventata indipendente dopo l’arresto dei boss.
Di sicuro i killer conoscevano i ragazzi su cui hanno sparato e non si può ignorare la presenza del parente del boss. Potrebbe quindi essere stato un regolamento di conti che, se si inquadrasse nello scontro tra i diversi clan, potrebbe portare a stretto giro a una risposta. «Su via Botteghelle – commenta Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano – è necessario intervenire in termini di sicurezza, come deciso nel Piano di incremento per la videosorveglianza presentato in Prefettura. L’amministrazione resta al fianco, con tutte le misure possibili, delle persone perbene che vivono e lavorano in questa zona». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino