Sanità, niente svolta: tagli alla Campania per 50 milioni di euro

Sanità, niente svolta: tagli alla Campania per 50 milioni di euro
Il taglio ci sarà, ma non dovrebbe superare i 50 milioni di euro. Si è chiusa con questa decisione ieri la conferenza delle Regioni, riunitasi a Roma per discutere dei criteri...

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Il taglio ci sarà, ma non dovrebbe superare i 50 milioni di euro. Si è chiusa con questa decisione ieri la conferenza delle Regioni, riunitasi a Roma per discutere dei criteri di riparto del fondo sanitario nazionale. Criteri che, ancora una volta, penalizzeranno la Campania. A rimarcarlo, al tavolo con gli altri presidenti, è stato il governatore Vincenzo De Luca che non è riuscito a scongiurare il taglio, pur contenendo i danni. Nella peggiore delle ipotesi, infatti, la Regione avrebbe dovuto rinunciare a 180 milioni. Così non sarà, ma il tesoretto sottratto alla Campania, pari a -0,5 per cento rispetto ai fondi dello scorso anno, pesa ugualmente come un macigno.


Anche perché per uscire dal commissariamento è indispensabile che la giunta De Luca presenti i conti in ordine. Tutta colpa dei soliti parametri, quelli alla base della distribuzione delle risorse assegnate dallo Stato alle Regioni. Il meccanismo attuale prevede che i fondi siano ripartiti secondo il criterio dell’età della popolazione: in questo modo alle Regioni in cui c’è una percentuale più alta di anziani vengono date più risorse. Un sistema che favorisce soprattutto le Regioni settentrionali a danno di quelle del Mezzogiorno, dove l’età media degli abitanti è decisamente più bassa, che invocano da tempo l’introduzione di un sistema basato su quattro parametri, tra cui il tasso di mortalità della popolazione.

Per la revisione dei criteri se ne riparlerà nel 2016. O almeno questo è l’impegno che hanno assunto i governatori accogliendo il pressing di De Luca e degli altri presidenti delle Regioni del Sud ma anche del governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, che pure dovrà rinunciare a circa 45 milioni. «C’è un impegno politico preciso nato dalla richiesta delle Regioni Campania, Veneto e altre per rivedere i vecchi parametri tenendo conto del criterio della popolazione, della sua anzianità ma anche di indici di deprivazione sociale e culturale che possono avere effetti sulla sanità - ha spiegato a tal proposito Chiamparino - Accanto a questo, l’obiettivo è intensificare la logica dei costi standard anche per premiare chi, oltre a garantire i livelli essenziali di assistenza, garantisce una spesa efficiente».



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Il Mattino