Sanità in Campania, esauriti i budget: analisi solo a pagamento

Sanità in Campania, esauriti i budget: analisi solo a pagamento
In piena emergenza Covid, nei grandi e piccoli ospedali della Campania, ricevere cure per patologie non riconducibili al Coronavirus è ormai difficile. Attualmente sono...

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In piena emergenza Covid, nei grandi e piccoli ospedali della Campania, ricevere cure per patologie non riconducibili al Coronavirus è ormai difficile. Attualmente sono interrotte quasi tutte le attività ambulatoriali con ciò che ne consegue in termini di disagio per malati cronici e anziani. Ad essere ferme sono tutte le attività non urgenti: i reparti medici e chirurgici come gli ambulatori e i servizi specialistici. Una paralisi che risparmia solo il pronto soccorso, le prestazioni di emergenza e visite, interventi e terapie per i malati oncologici. Cosa resta per la cura delle patologie ordinarie? Ben poco: nel settore pubblico c'è la frontiera sanitaria dei distretti, una griglia insufficiente per rispondere a tutte le esigenze, e la medicina di famiglia in gran parte assorbita dall'emergenza ma soprattutto sguarnita se non ha a disposizione strumenti per gli approfondimenti diagnostici. Idem per la specialistica ambulatoriale che per essere efficace e alternativa all'ospedale ha bisogno di analisi, indagini, supporto. Ad aggravare una situazione già critica c'è l'esaurimento dei tetti di spesa dei centri accreditati per analisi di laboratorio, visite specialistiche, approfondimenti e controlli cardiologici, prestazioni multidisciplinari per i malati di diabete, senza contare il più ampio capitolo della radiologia territoriale relativo alle Tac, Ecografie, Risonanze. 

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Gli unici settori che ancora hanno benzina per andare avanti fino a novembre o dicembre sono solo alcune branche specialistiche, la medicina nucleare (per scintigrafie, Pet e terapia metabolica) che solo nella Asl Napoli 2 ha esaurito il budget agli inizi di questo mese e la Radioterapia che comunque nelle Asl di Caserta e Napoli 3 Sud si è dovuta fermare ma per l'oncologia e le prestazioni sono assicurate anche nel versante pubblico. Con le ruote a terra c'è la Cardiologia ambulatoriale, accreditata ferma in tutte le Asl tranne a Caserta (dove lo stop scatterà il 23 novembre), Avellino e Benevento. Difficoltà si registrano per la Diabetologia a Napoli città, dove l'attività è passata in regime solo privatistico dal 7 ottobre, mentre a Napoli Nord e a Ischia i centri privati di recente accreditamento non sono stati ancora arruolati ufficialmente. Sono in corso verifiche in provincia di Caserta. 

La situazione peggiore è sul fronte dei laboratori e della diagnostica per immagini, i servizi più gettonati da anziani e categorie fragili. Per i laboratori, l'unica Asl che ha un budget sufficiente fino a dicembre è quella di Avellino mentre le altre hanno esaurito i tetti di spesa tra settembre e ottobre. E la Radiologia che ha più carburante residuo per far funzionare le attività a carico delle casse pubbliche. È chiaro che in questa situazione il peso per le famiglie è doppio: budget esaurito nelle strutture accreditate e strada sbarrata in quelle pubbliche a causa del Covid.

«Abbiamo chiesto a più riprese alla Regione di ottenere un'integrazione contrattuale - afferma PierPaolo Polizzi presidente di Aspat Campania -: a fronte di un costo limitato, si darebbe una ciambella di salvataggio a famiglie già duramente provate nell'assistenza durante la primavera». Sulla stessa lunghezza d'onda la Federlab, che rappresenta la maggior fetta del settore laboratoristico.

Bruno Accarino, in rappresentanza del comparto della radiologia punta il dito sulla necessità di finanziare le attività negli ultimi mesi dell'anno: «A budget esauriti, con la chiusura di tutti gli ambulatori delle strutture di ricovero, pubbliche e private - avverte - i pazienti dove devono andare per curarsi? Urge finanziare prestazioni aggiuntive per garantire l'assistenza. I pazienti che hanno bisogno di prestazioni non possono più rivolgersi alle strutture pubbliche né usufruire di quelle private accreditate per i tetti di spesa. L'unica possibilità è pagare di tasca propria». 

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Il Mattino