Rione Sanità, un garage abusivo ampliato senza regole provocò la maxi voragine

Rione Sanità, un garage abusivo ampliato senza regole provocò la maxi voragine
Volevano ampliare il giro di affari, avevano trovato un modo per arricchirsi, a dispetto delle più elementari norme di sicurezza. Hanno scavato, sbancato, hanno abbattuto....

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Volevano ampliare il giro di affari, avevano trovato un modo per arricchirsi, a dispetto delle più elementari norme di sicurezza. Hanno scavato, sbancato, hanno abbattuto. Hanno distrutto equilibri tra mondo di sopra e mondo di sotto cristallizzati da tempo, fino a creare le condizioni di una sciagura, in un territorio da sempre a rischio dissesto idrogeologico. 

Sono quattro i nomi finiti al centro delle indagini sul crollo avvenuto lo scorso aprile al rione Sanità, parliamo della voragine che ha stravolto la vita di decine di nuclei familiari, costretti a lasciare le proprie abitazioni in pochi minuti di fronte alla grande gola aperta ai loro piedi. Ricordate quelle immagini? Siamo nei pressi di vico Centogradi ai Cristallini, quando un’intera cavità tufacea è stata svuotata, facendo franare case e edifici a ridosso di un’area di diverse decine di metri (parliamo del soprastante vicoletto San Marco in Miradois). Era il 14 maggio di un anno fa, un incubo ancora vivo di fronte al rischio di nuovi crolli. 

Sotto accusa per crollo finiscono quattro componenti dello stesso nucleo familiare, parliamo della famiglia Razzano, ritenuti responsabili di aver sbancato un pezzo di sottosuolo, per realizzare e ampliare il proprio business. Ed è in questo scenario che la Procura di Napoli ha chiesto e ottenuto un sequestro conservativo, nel tentativo di cristallizzare una somma, in attesa che vengano circoscritte le eventuali responsabilità dell’evento di maggio. Un provvedimento firmato dal gip Saverio Vertuccio, su richiesta del pm Tittaferrante e dell’aggiunto Di Monte, nel tentativo di bloccare beni in vista di un possibile risarcimento del danno. Ed è proprio la storia del sequestro che merita un capitolo a parte. In passato, uno degli esponenti della famiglia era stato coinvolto in processo nel quale era stato arrestato, per poi essere assolto e scarcerato. Aveva ottenuto un risarcimento per ingiusta detenzione e aveva potuto mettere da parte soldi concessi dallo Stato per il danno subìto. Ora quei proventi sono stati bloccati, in quella che si prefigura come una sorta di braccio di ferro tra gli indagati e la magistratura, giocata su più tavoli.

Ma torniamo alle presunte responsabilità legate al crollo della Sanità. In attesa di ascoltare la versione dei rispettivi indagati, per gli inquirenti non ci sono dubbi: l’attività di svuotamento della cava sarebbe stata realizzata per ampliare un garage sotterraneo, gestito originariamente in modo legale, anche se poi diventato teatro di abusi sempre più marcati. Si legge nel provvedimento di sequestro dell’area: «Gli odierni indagati gestivano una autorimessa sulla base di una concessione comunale (che riguardava un’area molto più ristretta dell’intera cavità, poi di fatto occupata dall’attività commerciale). Dalle attività di consulenza disposte dal pm, emerge che all’interno della cavità tufacea erano stati certamente effettuati dei lavori abusivi di scavo e di sbancamento, ciò con il presumibile scopo di ampliare i posti auto da adibire a parcheggio». 

È così che la volta della cava è crollata, provocando danni in almeno due condomìni, collegati da un giardino comune, interamente risucchiato dallo sprofondamento. E sono ancora le carte dei pm a rappresentare un possibile punto di partenza di una probabile richiesta di processo. Oltre allo scavo abusivo, sarebbero stati rinvenuti anche altri presunti illeciti: «L’attività di scavo ha modificato strutturalmente la conformità della cavità tufacea, ma si inserisce in un quadro complessivo di palese illegalità nella gestione dell’attività di autorimessa da parte della famiglia Razzano, atteso che, oltre agli scavi abusivi, che hanno contribuito alla creazione della voragine, la polizia giudiziaria ha constatato i seguenti illeciti: allacci abusivi del garage alla linea elettrica, con conseguente furto di corrente; presenza di autovetture in numero superiore di quello consentito all’autorizzazione dei vigili del fuoco; occupazione di area superiore a quella garantita dalla concessione iniziale. Tocca agli indagati, ora, replicare alle accuse dei pm, a proposito di garage e voragini, presunti furti e illegalità nella Napoli gruviera.  

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Il Mattino