A quattro anni e mezzo dalla morte, la salma di Sara Aiello sarà riesumata e sottoposta ad alcuni accertamenti per capire se sia stata avvelenata. Dopo sette ore di camera...
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I DUBBI
Nessuno aveva mai dubitato del racconto del vedovo, oggi 42enne e residente a Pompei con la figlia. Poi, il tarlo del dubbio ha cominciato a scavare nelle mente del papà di Sara, che non si è mai rassegnato a quella morte così prematura della figlia. Poteva essere salvata? Se sì, perché non sono stati chiamati i soccorsi? E ancora peggio: quei sintomi sono compatibili con cause non naturali, come un avvelenamento, casomai da cianuro? Tante domande che un anno fa hanno spinto il papà di Sara a presentare una denuncia alla Procura di Torre Annunziata. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Alessandra Riccio, che ha iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di omicidio colposo i nomi del giovane vedovo e del medico curante di Sara. Sei mesi di indagini, con testimonianze e interrogatori, non hanno portato a formulare un'ipotesi da poter sostenere a processo. Così, in estate è arrivata la richiesta di archiviazione, alla quale però i legali della famiglia Aiello si sono opposti.
LE PERIZIE
Ieri mattina, con quattro perizie di parte prodotte agli atti e nuovi dubbi sollevati, il giudice ha disposto ulteriori indagini, che partiranno innanzitutto dalla riesumazione della salma di Sara, ormai a quattro anni e mezzo dal decesso. Non sarà possibile effettuare una vera e propria autopsia, ma saranno eseguiti alcuni accertamenti medico legali per capire se ci siano tracce di veleni o altre indicazioni che possano dare una risposta diversa sulla morte della giovane mamma. Iscritti nel registro degli indagati i nomi di altri due medici, che saranno ascoltati durante i prossimi mesi. Il caso era stato portato all'attenzione dei media dalla trasmissione di RaiTre «Chi l'ha visto?» che aveva intervistato i familiari di Sara, ascoltando i loro dubbi. Decine di striscioni con la scritta «verità per Sara» campeggiano in diversi punti di Pimonte, Agerola e Pompei e sono comparsi anche allo stadio San Paolo e all'esterno del tribunale di Torre Annunziata. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino