«Dopo 13 anni Antonio ha avuto la sua vittoria. All’epoca mio figlio non ebbe nemmeno i funerali. Oggi tutto questo è stato reso possibile anche grazie alle...
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Il nuovo impianto - dove il prato è stato realizzato in erba sintetica riciclando pneumatici abbandonati nella Terra dei fuochi- ha visto la luce grazie ad un progetto finanziato con 400mila euro dalla società Ecopneus, attraverso un protocollo d’intesa con ministero dell’Ambiente, Comuni e Prefetture di Napoli e Caserta. «Questo quartiere sta cambiando - ha detto Rosario Esposito La Rossa, cugino di Landieri e promotore di una raccolta firme che ha portato all’intitolazione dello stadio ad Antonio - perché se prima si veniva qui a comprare droga da ogni parte, adesso si verrà a giocare a calcio da tutta la regione e non solo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino