Scampia, inaugurato lo stadio Antonio Landieri. La mamma della vittima: «Una rivalsa dopo 13 anni»

Scampia, inaugurato lo stadio Antonio Landieri. La mamma della vittima: «Una rivalsa dopo 13 anni»
di Giuliana Covella
Mercoledì 8 Novembre 2017, 14:13
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«Dopo 13 anni Antonio ha avuto la sua vittoria. All’epoca mio figlio non ebbe nemmeno i funerali. Oggi tutto questo è stato reso possibile anche grazie alle istituzioni, alle associazioni e ai familiari delle altre vittime di camorra». Raffaella è la mamma di Antonio Landieri, il disabile di 25 anni ucciso il 6 novembre 2004 nel corso della faida di Scampia. Questa mattina, alla presenza del sindaco Luigi de Magistris, del vice sindaco Raffaele Del Giudice, dell’assessore ai Giovani Alessandra Clemente, del prefetto incaricato del ministero dell’Interno per il contrasto ai roghi in Campania Michele Campanaro, del direttore generale di Ecopneus Giovanni Corbetta e del consigliere del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Vittorio Sepe, è stato inaugurato il nuovo stadio di via Hugo Pratt, che da oggi porterà il nome del ragazzo. «Quella di oggi per noi è una rivalsa - aggiunge la cognata di Antonio - per quel nome che è stato sporcato 13 anni fa ed oggi nel suo nome giocheranno tanti bambini su questo campo, anche i suoi nipoti, perché lui amava questo campo, che ora si tinge di verde. Tutti insieme dobbiamo far sì che le nostre vittime siano le vittime di tutti. Solo così la società si potrà ripulire dal male. Riprendiamo questo territorio, perché Scampia è nostra». 

Il nuovo impianto - dove il prato è stato realizzato in erba sintetica riciclando pneumatici abbandonati nella Terra dei fuochi- ha visto la luce grazie ad un progetto finanziato con 400mila euro dalla società Ecopneus, attraverso un protocollo d’intesa con ministero dell’Ambiente, Comuni e Prefetture di Napoli e Caserta. «Questo quartiere sta cambiando - ha detto Rosario Esposito La Rossa, cugino di Landieri e promotore di una raccolta firme che ha portato all’intitolazione dello stadio ad Antonio - perché se prima si veniva qui a comprare droga da ogni parte, adesso si verrà a giocare a calcio da tutta la regione e non solo». 
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