Schettino, è il giorno del verdetto: il comandante si chiude in casa

Schettino, è il giorno del verdetto: il comandante si chiude in casa
META. Il momento decisivo è arrivato: alle 9 ha preso il via il processo davanti alla Corte di Cassazione per Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia che il...

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META. Il momento decisivo è arrivato: alle 9 ha preso il via il processo davanti alla Corte di Cassazione per Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia che il 13 gennaio 2012 naufragò al largo dell’isola del Giglio uccidendo 27 passeggeri e cinque membri dell’equipaggio.


Omicidio colposo plurimo, lesioni plurime colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, mancate comunicazioni alle autorità marittime: queste le accuse più gravi mosse al 56enne che attende l’eventuale sentenza nella sua casa di Meta. D’intesa con gli avvocati Saverio Senese e Donato Laino, infatti, Schettino ha scelto di non essere presente a Roma, ma di rimanere nel paese della penisola sorrentina dove risiede da decenni. E qui c’è il giallo: secondo i beninformati, l’ex comandante avrebbe lasciato l’appartamento in via Cosenza messogli a disposizione dal fratello Salvatore e sarebbe tornato nella casa coniugale di vico San Cristoforo. E proprio qui sarebbe in attesa del verdetto della Cassazione insieme alla moglie Fabiola, alla figlia e ai membri più stretti del suo entourage.

Nel caso in cui i giudici romani dovessero confermare la sentenza emessa il 31 maggio 2016 dalla Corte d’appello di Firenze, Schettino dovrebbe scontare 16 anni e un mese di carcere. I suoi avvocati hanno presentato un ricorso di 245 pagine, articolato in nove motivi, per chiedere l’annullamento della condanna di secondo grado. Si vedrà. Nel frattempo l’ex comandante resta in silenzio: «Evitiamo qualsiasi commento», fanno sapere le persone a lui più vicine. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino