META. Il momento decisivo è arrivato: alle 9 ha preso il via il processo davanti alla Corte di Cassazione per Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia che il...
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Omicidio colposo plurimo, lesioni plurime colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, mancate comunicazioni alle autorità marittime: queste le accuse più gravi mosse al 56enne che attende l’eventuale sentenza nella sua casa di Meta. D’intesa con gli avvocati Saverio Senese e Donato Laino, infatti, Schettino ha scelto di non essere presente a Roma, ma di rimanere nel paese della penisola sorrentina dove risiede da decenni. E qui c’è il giallo: secondo i beninformati, l’ex comandante avrebbe lasciato l’appartamento in via Cosenza messogli a disposizione dal fratello Salvatore e sarebbe tornato nella casa coniugale di vico San Cristoforo. E proprio qui sarebbe in attesa del verdetto della Cassazione insieme alla moglie Fabiola, alla figlia e ai membri più stretti del suo entourage.
Nel caso in cui i giudici romani dovessero confermare la sentenza emessa il 31 maggio 2016 dalla Corte d’appello di Firenze, Schettino dovrebbe scontare 16 anni e un mese di carcere. I suoi avvocati hanno presentato un ricorso di 245 pagine, articolato in nove motivi, per chiedere l’annullamento della condanna di secondo grado. Si vedrà. Nel frattempo l’ex comandante resta in silenzio: «Evitiamo qualsiasi commento», fanno sapere le persone a lui più vicine. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino