«Scontro Dema-De Luca grave danno per Napoli»

«Scontro Dema-De Luca grave danno per Napoli»
«Lo scontro tra istituzioni è un danno per tutti. Ma nel caso di specie è fuor di dubbio che il sindaco non ha alcuna competenza in materia», ragiona...

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«Lo scontro tra istituzioni è un danno per tutti. Ma nel caso di specie è fuor di dubbio che il sindaco non ha alcuna competenza in materia», ragiona Riccardo Marone, ex sindaco di Napoli e amministrativista di fama, sul conflitto durissimo sulle ordinanze sui bar.


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Che idea si è fatto?
«Che questa situazione di grande confusione normativa è stata innanzitutto creata dal Governo. È pacifico che in materia di epidemia o addirittura pandemia, come in questo caso, siamo in una materia di competenza esclusiva dello Stato. La furbizia e la debolezza politica ha però portato ad attribuire alle Regioni, con il primo decreto, un potere che non avevano: peraltro solo più restrittivo rispetto all'esercizio di quello nazionale. Tutto ciò ha creato una confusione gigantesca anche perché è noto che in politica colui al quale viene attribuito un potere, cerca di ampliarlo. E ciò è avvenuto puntualmente con un disordine normativo del tutto incomprensibile. A ciò si è aggiunta qualche velleità dei sindaci che, nella fase di maggiore difficoltà sono stati rigorosamente assenti, ed ora pensano di recuperare uno spazio politico».

A chi si riferisce?
«Vale in generale. Oltretutto si è arrivati al paradosso, giustamente evidenziato da De Luca, che il Governo dapprima è stato rigorosissimo e poi con gli ultimi provvedimenti ha improvvisamente ceduto tutte le competenza alle Regioni o ancor di più ridicolmente ai protocolli d'intesa coi sindacati. Come se le norme tecniche per evitare la diffusione del contagio siano oggetto di contrattazione collettiva».

De Magistris ha detto che vuole dialogare ma si è scatenato uno scontro istituzionale.
«Ovviamente lo scontro tra istituzioni è un danno per tutti a prescindere da chi abbia ragione».

Da avvocato: chi ha ragione sulle ordinanze di chiusura?
«È fuori di dubbio che il sindaco non ha alcun competenza in materia. Ma il tema non è questo. La Costituzione correttamente parla di leale collaborazione tra i soggetti istituzionali, cosa che purtroppo manca totalmente. E se si legge l'ordinanza comunale vi sono addirittura critiche alla gestione della pandemia. Innanzitutto bisogna chiarire che il sindaco ha un potere contingibile e urgente solo in presenza di un evento del tutto imprevedibile ed imprevisto, rispetto al quale gli altri livelli istituzionali, in particolare il prefetto, non hanno tempo di intervenire. Ad esempio in caso di terremoto. E pensare che oggi ci sia un provvedimento urgente da adottare dopo 4 mesi di pandemia è ridicolo».

Quindi de Magistris ha torto?
«Rispetto alle enormi problematiche cittadine dovute ad un blocco dell'economia di ben tre mesi, pensare che il tema centrale della ripresa economica sia l'orario dei baretti è davvero un'assurdità. Ed evidenza il concetto di sviluppo di Napoli che ha il nostro sindaco. Ed essendo notorio l'interesse di soggetti molto legati all'amministrazione su questo tema, sarebbe stato molto meglio parlare di altro».

Ma secondo lei, riavvolgendo il nastro di questi 3 mesi, come hanno operato sull'emergenza il sindaco e il governatore?
«Il primo semplicemente non ha operato mentre il secondo, da buon vecchio politico, ha fiutato molto bene l'enorme consenso che gli poteva derivare in questa fase politica. Non a caso credo sarà rieletto con un plebiscito».

Il Pd napoletano è intenzionato a sfiduciare de Magistris, i renziani si oppongono.
«La città è in una situazione di dissesto da tre anni che, colpevolmente, non viene dichiarato da arzigogoli giuridici. A tutto danno di Napoli. Ed è incomprensibile infatti perché la Corte dei conti non riesca a dichiarare un dissesto che ha affermato in tutte le sue deliberazioni. Detto questo, per quanto riguarda il Pd, l'attuale dirigenza provinciale sta cercando di recuperare una situazione di totale appiattimento e di inesistenza di opposizione negli ultimi 10 anni. Ma so che è difficile recuperare il tempo perduto. Credo però che il Pd debba andare avanti sulla mozione di sfiducia, anche se si dovesse perdere, per far scoprire le carte a tutti».

Anche rischiando di votare già in autunno?
«Questi giochini politici mi interessano molto poco: la città è allo stremo e non ha un governo. Capisco che oggi tutti hanno paura perché chi vincerà dovrà dichiarare il dissesto. Ma mi chiedo perché il governo ed il Pd abbiano approvato, tre mesi fa, la sciagurata norma con cui ancora una volta si è salvato il sindaco. Io nel frattempo resto sconcertato come da mesi le istituzioni cittadine non si riuniscano: questo è fatto gravissimo. Ma ancor di più che nessuno protesti».


Si riferisce al Comune?
«In questo caso anche alla Regione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino