Il mondo della scuola è in agitazione. Troppe incertezze, troppe lentezze e per i precari non resta che scendere in piazza e manifestare il loro disappunto. I primi a...
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«Precariato crimine di Stato» strilla il manifesto tenuto in mano dagli associati Anddl accorsi ieri in piazza Dante, in contemporanea con la riapertura amministrativa delle scuole. Sul selciato rovente si stendono numerosi precari e inscenano il flash mob #IoEsisto coprendosi con drappi bianchi e corone di fiori proprio come si fa con i cadaveri improvvisi, per ridargli dignità e rispetto. Ma sotto le lenzuola candide stavolta ci sono i docenti precari che hanno simulato la loro morte a causa della mancata stabilizzazione del posto di lavoro. «Chi ha 36 mesi di esperienza nell'insegnamento deve essere stabilizzato in virtù della normativa europea 1999/70 recepita nell'ordinamento dello Stato italiano con il disegno di legge 386/2001. Chi ha acquisito esperienza come Dsga, sopperendo alle deficienze di uno Stato cronicamente in affanno, deve essere assunto. Occorre dare una risposta concreta a quei 4mila collaboratori scolastici impiegati per decenni nelle nostre scuole con le cooperative degli Lsu e poi lasciati a casa disoccupati» spiega Vespa.
«Nella maggior parte delle scuole italiane - prosegue - non è stato assegnato il personale di fatto, cioè quello che siede in cattedra da settembre a giugno e non si è visto quel personale Covid. Mai si è visto uno studente senza banco ma scuole che aprono senza insegnanti sono sempre esistite, come il balletto di maestre e professori che va avanti fino a Natale. Questo accade nel momento più difficile, quando in corso c'è una pandemia e le famiglie e i lavoratori della scuola, ma soprattutto gli studenti di tutta Italia, hanno bisogno di certezze». Per questo il 3 settembre i precari di tutta Italia si sono dati appuntamenti in piazza del Popolo a Roma per «la veglia funebre del precario». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino