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Marano. Sequestrata l'area industriale di via Migliaccio. I carabinieri del Ros, su ordine della Dda di Napoli, hanno sequestrato la strada di accesso dell'area per gli insediamenti produttivi, finanziata dalla Regione per 4 milioni di euro e realizzata dalla Iniziative Industriali di Sant'Antimo, società di scopo che fa capo alla famiglia Cesaro. Le infrastrutture e le aree di accesso erano infatti prive dei necessari collaudi o collaudate attraverso documenti falsificati. Il Comune di Marano aveva nei mesi scorsi, dopo l'apertura dell'inchiesta della Dda, avviato una serie di verifiche e notificato la revoca di alcuni certificati di agibilità dei capannoni industriali. Provvedimenti poi impugnati presso la giustizia amministrativa. Sotto inchiesta sono finiti gli imprenditori di Sant'Antimo Aniello e Raffaele Cesaro, 62 e 60 anni, già coinvolti due anni fa in un'inchiesta su politica e camorra, fratelli del deputato di Fi Luigi, ex presidente della Provincia di Napoli.
Le accuse sono di minaccia e falso materiale e ideologico, aggravati dalla finalità mafiosa. Quanto accertato rappresenta l'esito di uno dei filoni d'indagine scaturiti dall'esito di uno dei filoni d'indagine scaturiti dalle dichiarazioni rese da diversi e importanti collaboratori di giustizia. In particolare, i vertici del clan Polverino nel P.I.P. di Marano e quindi la sussistenza dell'aggravante mafiosa contestata ai Cesaro ha trovato il suo iniziale fondamento nelle dichiarazioni di Roberto Perrone, Biagio Di Lanno e Diana Tammaro. L'indagine era partita nel dicembre scorso con un blitz al Comune e con il sequestro dei documenti amministrativi relativi al bando di gara e alle fasi di assegnazione dei capannoni. Secondo i magistrati inquirenti, le opere di urbanizzazione secondaria (fogne, impianto elettrico, impianto antincendio) presenterebbero numerose anomalie di carattere e sarebbero state rese funzionanti con certificazioni irregolari o falsificati. Nell'area, stamani, è andata in scena la protesta degli imprenditori che a suo tempo avevano investito nell'area di via Migliaccio. Momenti di tensione e proteste all'indirizzo della famiglia Cesaro. Contestati operai comune e dell'Enel che stavano eseguendo il distacco idrico ed elettrico: imprenditori inferociti.
Gli imprenditori hanno minacciato di bloccare la città e il municipio. «Siamo stati truffati dai Cesaro, ma la magistratura, anziché prendersela con i responsabili, ci impedisce di lavorare.
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Il Mattino