Patrizia D.V. aveva ventidue anni quando, nel settembre del 2009 si sottopose a un intervento di mastoplastica additiva. Un seno nuovo per piacersi di più. Ma durante...
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La vicenda di Patrizia fu raccontata, all’epoca, dai media. La donna, che era stata operata in una clinica privata della zona collinare, dopo l’intervento venne trasportata d’urgenza al pronto soccorso ospedaliero per un emopneumotorace.
Le imputazioni, come detto, parlano di lesioni gravi colpose e falso in scrittura privata. La giovane donna oggi vive con un organo seriamente compromesso. Il chirurgo, autore di questo grave errore medico, sarebbe dovuto comparire, nella veste di imputato, al cospetto del giudice monocratico per difendersi dalle accuse rivoltegli dal pubblico ministero Emilia Galante Sorrentino che lo rinviò a giudizio, appunto, per lesioni colpose gravi e falso.
«Ma quattro anni di inceppi e lunghi rinvii stanno mettendo a rischio prescrizione il processo» scrive lo zio della donna, Giuseppe Carotenuto.
Il processo è scaturito dalla denuncia di Patrizia, che assistita dall’avvocato Giuseppe Granata, presentò, non appena uscì dall’ospedale, un esposto alla Procura della Repubblica.
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Il Mattino