Sindacati a Napoli, Chiaia in trappola: «Basta eventi, troppo caos»

Sul piede di guerra commercianti e residenti

Inferno traffico a Chiaia
Il caos comincia di buon'ora. Alle otto del mattino la sveglia nel quartiere è a suon di musica. Un mega impianto allestito in piazza Vittoria spara a palla Bella...

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Il caos comincia di buon'ora. Alle otto del mattino la sveglia nel quartiere è a suon di musica. Un mega impianto allestito in piazza Vittoria spara a palla Bella ciao e sui social cominciano a serpeggiare le prime proteste dei residenti. Ma è ancora poca roba. Dopo circa mezz'ora la musica cambia. Non più il canto partigiano diffuso dagli altoparlanti a batteria ma quello dei clacson delle auto rimaste bloccate in una trappola infernale. Il problema è il seguente: decine di autobus in arrivo da tutta la regione Campania (ma anche da Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia) parcheggiano in piazza Vittoria per far scendere chi - e sono davvero tanti - dovrà partecipare alla manifestazione sindacale organizzata da Cgil, Cisl e Uil alla Rotonda Diaz. L'attesa, giusto per parlare in cifre, è di ventimila persone ma ne arriveranno più di cinquantamila. Verso le nove la tempesta è perfetta: la Riviera di Chiaia è completamente paralizzata, auto e moto sono ferme anche nella corsia dedicata al passaggio degli autobus, il tratto di strada davanti al negozio di Marinella si è trasformato in un vero e proprio tappo di lamiere. Le ripercussioni dell'ingorgo arrivano da un lato fino a Mergellina, - qui i vigili urbani cercano di fare il possibile per liberare almeno il tratto di strada che va verso viale Dorhn - dall'altro la paralisi si allunga a piazza Municipio e dintorni.


C'è chi, si legge in uno dei tanti sfoghi affidati ai social network, è partito da via Nicotera alle 10 per raggiungere il centro: a mezzogiorno non era ancora arrivato. Sul piede di guerra soprattutto i commercianti ma i residenti non sono da meno. Carla Della Corte, titolare di un negozio di gioielli in via Carlo Poerio, ex presidente di Confcommercio Napoli, si fa portavoce delle lamentele di buona parte dei colleghi di Chiaia: «Posso dire che cominciamo a essere davvero stanchi? Andare avanti così non è più possibile. Ogni settimana ce n'è una e le nostre attività ne stanno risentendo in maniera molto seria». 

Il ragionamento che si fa è più o meno questo: «La pandemia ci ha messo in ginocchio, abbiamo fatto i salti mortali per non mollare e ci siamo riusciti, ora che il vento pare stia finalmente cambiando ci tagliate le gambe rendendo le nostre attività praticamente irraggiungibili strangolate da traffico, manifestazioni, cortei e eterni cantieri». Carla Della Corte ricorda le battaglie messe in campo quando era presidente di Confcommercio: «Provai a chiedere all'amministrazione di dare la possibilità agli autobus - mai più di un mezzo alla volta ovviamente - di accompagnare e lasciare i turisti in piazza Vittoria con l'obiettivo di rendere lo shopping più agevole. Mi fu risposto che per nessuna ragione i bus avrebbero potuto sostare in quella piazza, manco cinque minuti. E ora? Vorrei che mi spiegassero che cosa è cambiato visto che ieri mattina, per giunta sabato, ne sono arrivati a decine paralizzando il traffico fino a Mergellina». Su un punto residenti e commercianti sono d'accordo: «Il lungomare e il centro di Chiaia non possono essere teatro di manifestazioni come quella di ieri - si legge in un lungo post su Facebook - ma perché dobbiamo continuare a farci del male se qui a Napoli abbiamo luoghi come la Mostra d'Oltremare fatta apposta proprio per ospitare simili eventi: c'è un mega parcheggio, ci sono spazi adeguati per accogliere migliaia di persone in assoluta sicurezza e poi c'è anche la Tangenziale a due passi da lì per arrivare a destinazione senza infilarsi nel traffico cittadino».

I commercianti chiedono una migliore viabilità e un maggiore coinvolgimento nell'organizzazione degli eventi che a vario titolo interessano la zona. «Ciò di cui bisogna tenere conto - conclude l'ex presidente di Confcommercio Napoli - è l'investimento che facciamo nelle nostre aziende. Soldi, impegno e tanto lavoro: devono confrontarsi anche con noi altrimenti diventa tutto più difficile. Ieri mattina quando mi sono resa conto di quello che stava accadendo ho telefonato a tutti, da Palazzo San Giacomo al comando dei vigili urbani, nessuno ha saputo darmi una risposta, non avevano idea nemmeno di quali fossero gli orari di inizio e fine della manifestazione. E non funziona così». 

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Il Mattino