Il padrino dal carcere: «Mia nipote candidata? Meglio votare gli altri»

Il clan si interessava alle elezioni amministrative nel comune di Somma Vesuviana, e il "padrino" dal carcere dava istruzioni: ufficialmente fingere di appoggiare la...

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Il clan si interessava alle elezioni amministrative nel comune di Somma Vesuviana, e il "padrino" dal carcere dava istruzioni: ufficialmente fingere di appoggiare la candidatura a consigliere della nipote, ma in realtà parteggiare per lo schieramento opposto, ritenuto più affidabile, grazie anche a un vantato rapporto con la famiglia di Carmine Mocerino, oggi presidente della Commissione anticamorra del Consiglio regionale della Campania. È quanto emerge dalle intercettazioni contenute nell'ordinanza di custodia eseguita oggi dai carabinieri nei confronti di 21 indagati appartenenti alle cosche D'Avino e Anastasio. Carmine Mocerino - ex esponente dell'Udc, oggi nel gruppo consiliare Caldoro presidente - non è indagato. Del rapporto con lui il boss Giovanni D'Avino parla durante le conversazioni in carcere con la compagna Anna Giuliano.


Nelle amministrative del 2013 la nipote del boss, Concetta D'Avino, decide di candidarsi al Consiglio comunale di Somma Vesuviana in una lista collegata al sindaco uscente Raffaele Allocca. A Giovanni D'Avino questa decisione non piace, perché a suo dire Allocca non avrebbe mantenuto promesse fattegli in precedenza. Il boss dice quindi alla compagna che la famiglia dovrà fingere di aiutare la nipote, ma la incarica anche di far sapere privatamente ai Mocerino che in realtà l'impegno elettorale dei D'Avino sarà a favore di un'altra candidata sindaco, Paola Raia del Pdl, sostenuta appunto dai Mocerino. A Somma Vesuviana, nel 2013, andranno al ballottaggio Allocca e la Raia, ma sarà il primo a essere eletto. La nipote del boss, riportando solo 110 preferenze, non riuscirà a entrare in Consiglio. Il sindaco Allocca morirà poi l'anno dopo in seguito a un infarto. Paola Raia, che non è indagata, era all'epoca consigliere regionale del Pdl ma oggi non siede più nell'assemblea. Carmine Mocerino, in quel periodo consigliere regionale dell'Udc, si è ricandidato alle elezioni dell'anno scorso ed è stato rieletto. Attualmente riveste la carica di presidente della Commissione speciale anticamorra del Consiglio regionale. 
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Il Mattino