Un incontro durato circa dieci minuti, quello tra il ministro Salvini e il pizzaiolo Sorbillo, in una saletta privata dell'aeroporto di Capodichino: qui il leader della Lega...
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Pochi minuti per fare il punto della situazione, offrire solidarietà all'«amico Gino» che lo accoglie con la giacca bianca da lavoro, e promettergli che quanto prima sarà in via Tribunali per mangiare una pizza con lui. Già, perché il ministro è anche riuscito a convincere Sorbillo a riaprire entro e non oltre la prossima settimana. «Gliel'ho promesso e lo farò - racconta il titolare dello storico locale del centro storico dove l'altra notte è stata fatta esplodere una bomba carta - ma a una condizione. Quale? La bonifica di vicoli e vicoletti dove si annidano molti dei problemi che poi si ripercuotono in tutta la città». Bonifica, dunque, e poi rivitalizzazione, se davvero - secondo Gino Sorbillo - si vuole fare la guerra al racket e alla camorra. «Se piazziamo le telecamere in tutte le strade principali, e poi i vicoletti restano al buio, è chiaro che non risolviamo proprio niente. L'ho detto al ministro: bisogna cominciare a demolire tutto ciò che è stato costruito abusivamente, lì ognuno fa quello che gli pare e la legalità resta un concetto molto astratto».
Poche parole che danno la possibilità a Salvini di polemizzare con Luigi de Magistris: «Con tutti problemi che ci sono a Napoli avere un sindaco che si occupa solo di immigrazione, francamente da italiano non lo capisco, ma a giudicarlo saranno i cittadini, non io». Poi tira fuori anche qualche cifra, Matteo Salvini: «Mai un ministro napoletano ha stanziato tanti soldi per una sola città: ho contato ventidue milioni di contributi tra Rione Sanità, Decumani, Porto, parco di Pompei, videosorveglianza, polizia locale, di Stato e Vigili del fuoco». Dal colloquio con il ministro ai commenti sulle indagini, alle telefonate di solidarietà giunte da ogni parte del mondo: non è stata una giornata facile quella di ieri per Gino Sorbillo, assediato da fotografi, operatori tv e giornalisti che non lo hanno mollato un attimo per l'intera giornata. E a chi gli chiedeva se dietro l'attacco dell'altra notte ci fosse la mano della camorra, Sorbillo rispondeva così: «Si è trattato di un'azione troppo eclatante. No, se è questo che volete sapere, non ho mai ricevuto minacce e non riesco a spiegarmi un gesto del genere all'improvviso».
Sono tante le domande che in queste ore affollano la mente del pizzaiolo dei Tribunali: «Perché mettere un ordigno all'ingresso del mio locale? Sanno tutti molto bene che non ho mai pagato e non pagherò neanche in futuro. L'unica risposta che riesco a darmi è che colpendo me volevano lanciare un segnale e andare dritti al cuore di uno dei simboli del rinascimento economico e commerciale, e non solo, della città di Napoli»
Intanto questa mattina, con partenza alle 11 da via Tribunali, è stata organizzata una «passeggiata della legalità» con Gino Sorbillo e la «Napoli che non abbassa la testa», dal titolo «Mai più chiuso per bomba». Sempre in tema di solidarietà anche il sindaco di Milano ha voluto esprimere la sua: Sala ha postato sul profilo Instagram una foto che lo ritrae mentre mostra all'obiettivo una margherita con su scritto: «Buona la pizza di Sorbillo. Ora anche di più». Il tutto accompagnato dall'hashtag #milanonapoli. Sorbillo da alcuni anni ha aperto alcuni locali anche lì, uno dei quali a pochi passi da Palazzo Marino, sede del Comune. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino