SORRENTO - Una canna fumaria e diverse lastre in eternit abbandonate illegalmente sul fondale della spiaggia resa immortale dal film "Pane, amore e..." e recentemente...
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All'origine della dura presa di posizione dell'associazione ci sono le fotografie scattate da Antonino Maresca, socio fondatore della delegazione sorrentina di Marevivo, sul fondale di Marina Grande. Durante un'immersione nello specchio d'acqua davanti al molo dei pescatori, a est del pontile in ferro e a breve distanza dalla banchina dove trovano posto i bagni pubblici, Maresca ha documentato la presenza di «rifiuti pericolosi illegalmente abbandonati»: un episodio grave se si considera che da due anni Sorrento viene premiata con la Bandiera Blu, riconoscimento riservato alle località che si distinguano per la pulizia del mare e per l'alta qualità dei servizi offerti ai bagnanti. Anzi, a giugno scorso, il vessillo è stato issato in pompa magna proprio a Marina Grande, nel corso di una cerimonia alla quale ha partecipato persino il ministro dell'ambiente Sergio Costa.
«L'abitudine di liberarsi dei rifiuti gettandoli in mare è da sempre combattuta dai volontari di Marevivo - si legge in una nota diffusa dall'associazione - che, in mesi di duro lavoro, avevano bonificato completamente i fondali di Marina Grande da quintali di rifiuti coinvolgendo pescatori, residenti e scolaresche con l'obiettivo di creare una nuova coscienza ambientalista». Esprime sdegno anche Luigi Di Prisco, attuale presidente del Consiglio comunale, fino a maggio scorso delegato all'ambiente e promotore della task-force che ha ripulito arenili e fondali di Sorrento: «Certi atti di viltà vanificano il lavoro svolto dal 2015 a oggi. L'obiettivo della sinergia con Marevivo, altre associazioni e forze dell'ordine era proprio quello di tenere alta la guardia sulla piaga dell'inquinamento marino. Appena ciò non è avvenuto, ecco i risultati. Ora servono controlli periodici e l'installazione di telecamere sul molo dei pescatori in modo tale da individuare e colpire chi inquina». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino