Non hanno voluto mancare l'appuntamento con la prima udienza del processo che dovrà chiarire se furono loro, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2016, a narcotizzare e...
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Quindi sarà soltanto la (presunta) vittima dello stupro, assistita dall'avvocato Lucilla Longone, a poter chiedere e ottenere un risarcimento in caso di condanna dei cinque imputati.
Non solo: la posizione di Raffaele Regio è stata stralciata a causa della mancata notifica del decreto di giudizio immediato all'avvocato Antonio Russo che assiste il giovane insieme al collega Mauro Amendola. Nell'udienza del 17 gennaio la posizione di Regio sarà comunque riunita a quella degli altri imputati.
LE TESTIMONIANZE
In quella stessa sede saranno ascoltati il rappresentante del tour operator al quale la turista britannica confidò l'aggressione, la figlia della donna e i poliziotti di Sorrento che hanno svolto le indagini culminate, il 14 maggio scorso, con l'arresto dei cinque ex dipendenti dell'hotel Alimuri. Sarà l'occasione per chiarire definitivamente alcuni aspetti della vicenda sui quali è incentrata la strategia del collegio difensivo. Primo: al rappresentante del tour operator che volle incontrare all'indomani dello stupro, la turista non avrebbe mai riferito di essere stata drogata con una sostanza sciolta in drink e poi violentata, ma «soltanto» aggredita; in più, la donna non avrebbe specificato di essere stata costretta a subire atti sessuali. Altre indicazioni utili potranno essere fornite dalla figlia della turista britannica. Agli investigatori, infatti, la ragazza ha raccontato di aver bevuto un drink, offertole dai barman Miniero (difeso dagli avvocati Francesco Tiriolo e Vincenzo Ezio Esposito) e De Virgilio (assistito dai penalisti Alfredo e Mario Rosario Romaniello), insieme alla madre. Dopodiché sarebbe stata proprio quest'ultima a invitarla a tornare in camera, affidandole persino la chiave, per poi allontarnarsi. «Pensavo che mia madre fosse andata via con un ragazzo, il che mi ha infastidito». A registrare le dichiarazioni di pm, avvocati e testimoni non saranno le telecamere delle emittenti televisive. Ieri, infatti, i giudici hanno rigettato l'istanza con cui la Rai aveva chiesto di poter mandare in onda le varie tappe del processo, pur confermando che le udienze saranno pubbliche: una decisione che, stando a quanto trapelato in serata, è stata particolarmente apprezzata dalla vittima, contraria a qualsiasi forma di spettacolarizzazione della vicenda.
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Il Mattino