Sparatoria ad Arzano, un caffè al Roxy Bar contro la paura: dopo il raid voglia di riscatto

Sparatoria ad Arzano, un caffè al Roxy Bar contro la paura: dopo il raid voglia di riscatto
Proseguono le indagini per identificare mandati ed esecutori materiali della tentata strage al Roxy Bar di Arzano. E anche se aleggia ancora un pesante cappa di terrore su tutta...

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Proseguono le indagini per identificare mandati ed esecutori materiali della tentata strage al Roxy Bar di Arzano. E anche se aleggia ancora un pesante cappa di terrore su tutta la città, che teme da un momento all'altro la risposta all'agguato di mercoledì sera, c'è chi tenta una svolta, stringendosi intorno ad Armando, il titolare del locale, ancora sotto choc per quanto accaduto. Ieri mattina all'orario di apertura l'uomo ha avuto la sorpresa di vedere come primo cliente la neosindaca Cinzia Aruta, accompagnata dall'assessora alle Attività Produttive: con loro Armando si è trattenuto in un lungo colloquio, nel corso del quale la prima cittadina si è detta convinta che con l'impegno di tutte le componenti della comunità e la ferma volontà della nuova amministrazione la criminalità organizzata troverà un solido argine. E poi, mutuando il titolo di una canzone cult di Vasco Rossi, alle 12 altre persone si sono ritrovate al Roxy Bar. In particolare i componenti del «Comitato di Liberazione dalla Camorra a Nord di Napoli», nato da un'idea del senatore Sandro Ruotolo e di don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde, che ha già aggregato un centinaio tra associazioni laiche e religiose, Comuni, giornalisti, parrocchie, esponenti politici e cittadini comuni. Oltre a Sandro Ruotolo, a don Maurizio e al comandante della polizia municipale Biagio Chieriello, è ritornata nel bar anche la sindaca, a dare forza e significato al presidio di legalità, necessario per testimoniare ad Armando la solidarietà e soprattutto quel senso di vicinanza che in parte diluisce l'angoscia della solitudine mista a paura. 

«L'agguato della camorra ad Arzano è scritto nella nota stampa del Comitato è un pessimo segnale. Poteva essere una strage nella quale potevano morire degli innocenti. Siamo preoccupati perché i killer hanno sparato all'impazzata in un bar alle 20, hanno ferito a colpi di pistola cinque persone che non tutte erano gli obiettivi della spedizione, per lanciare un messaggio chiaro ai loro avversari: questo territorio è nostro. Ma non ci preoccupa solo quello che accade ad Arzano. Anche ad Afragola - continua il documento - la camorra si fa sentire e utilizza le bombe contro gli esercizi commerciali. C'è una camorra spregiudicata, terroristica che va assolutamente fermata perché mette a rischio la sicurezza, la convivenza civile e minaccia da vicino la democrazia. Per questo conclude la nota - noi ci siamo. E come Comitato di liberazione dalla camorra dell'Area Nord di Napoli chiediamo di incontrare quanto prima il Prefetto per riprendere il dialogo aperto dopo la stesa dello scorso luglio nel Parco Verde di Caivano. O si è contro la camorra o si è complici della camorra». 

Il bollettino medico dei feriti nell'agguato non riporta novità di rilievo. Salvatore Petrillo, attuale reggente del clan 167 e vero obiettivo dei killer, versa in pericolo di vita, insieme ad uno dei suoi guardaspalle, nell'ospedale civile di Giugliano. In deciso miglioramento le condizioni dei due avventori e del terzo componente della squadra di Salvatore Petrillo. Il lavoro investigativo dei carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è ora concentrato sulle analisi di alcuni video ripresi dalle telecamere di videosorveglianza private della zona. Al vaglio degli inquirenti anche la pista che porta nelle vicine Secondigliano e Scampia, zona da dove sarebbe partito il commando dei killer. 

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Il Mattino