META - Potrebbe esserci un incontro clandestino di boxe dietro la scomparsa di Luigi Celentano, il 18enne sparito da Meta il 12 febbraio dello scorso anno? Sì, almeno...
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«Luigi mi chiese di allenarlo in vista dell'incontro con un suo coetaneo», riferisce Giovanni Celentano che collega la scomparsa del figlio proprio a quel match avvolto nel mistero. Già, perché questa ipotesi presenta molti lati oscuri: chi sarebbe stato l'avversario del 18enne metese? Chi avrebbe organizzato e dove si sarebbero tenuti gli incontri clandestini? E quale sarebbe stata la posta in palio? A smentire queste voci, sempre davanti alle telecamere di "Chi l'ha visto?", è la madre di Luigi: «Non mi risulta che mio figlio fosse dedito al pugilato - fa sapere Fulvia - A casa della nonna si allenava con i pesi, ma solo per sentirsi più bello perché era un tipo piuttosto vanitoso». Eppure, prima di fuggire, Luigi disse di sentirsi minacciato aggiungendo che di lì a qualche giorno sarebbe stato ammazzato. Possibile che l'improvviso allontanamento del giovane sia dovuto alle conseguenze della sua partecipazione all'incontro di boxe? Chissà.
Sulla vicenda è sempre alta l'attenzione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che ha aperto un’inchiesta affidandola al sostituto Emilio Prisco, e dei carabinieri della compagnia di Sorrento, agli ordini del capitano Marco La Rovere. Al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato e la pista più credibile resta quella dell’allontanamento volontario. Sarà proprio il lavoro di inquirenti e investigatori a chiarire da chi o da che cosa Luigi sia fuggito e, soprattutto, dove si sia rifugiato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino