Stadio Maradona, accordo tra Comune di Napoli e De Laurentiis: «Sanati i canoni, valutiamo il piano»

Il patron in tv aveva rilanciato la richiesta di cessione dell'impianto per 99 anni

Lo stadio Maradona
«Il Comune mi deve dare il Maradona in concessione per 99 anni voglio investire centinaia di milioni». Così domenica sera patron Aurelio De Laurentiis ha...

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«Il Comune mi deve dare il Maradona in concessione per 99 anni voglio investire centinaia di milioni». Così domenica sera patron Aurelio De Laurentiis ha sollecitato il Comune e il sindaco Gaetano Manfredi a «Che tempo che fa» la trasmissione condotta da Fabio Fazio. E Palazzo San Giacomo apre a questa possibilità. Toni forti quelli del numero uno della Ssc Napoli, ma Manfredi non si lascia irretire, insomma non è come negli anni scorsi un muro contro muro con l’Amministrazione comunale. Il dialogo è aperto. Il sindaco è una prospettiva - quella di mettere mano al Maradona in maniera radicale - che già ha fatto trapelare come anticipato da Il Mattino qualche giorno fa.

Del resto la convenzione per l’uso del Maradona per scade a fine mese e bisogna guardare il futuro in maniera diversa. Inoltre, sullo sfondo c’è la possibilità che all’Italia vengano assegnati gli Europei di calcio del 2032 e se si vuole Napoli nel lotto delle città ospitanti le partite ci vuole uno stadio dedicato esclusivamente al gioco del calcio. Occorre - nella sostanza - eliminare la pista di atletica: «Non è un tabù - sottolinea Manfredi sulla pista - purché tutto vada fatto di concerto con chi pratica atletica e il Coni e indicando un’alternativa che potrebbero essere lo stadio Collana e l’Albricci».

In questa chiave va letta la candidatura di Napoli - se la deve giocare con Saragozza - di “Capitale europea dello sport”. Si decide a settembre e se venisse scelta Napoli arriverebbero corposi finanziamenti per mettere a posto e costruire nuovi impianti sportivi per gli altri sport come il nuoto e l’atletica. In questa cornice Gaetano Manfredi manda messaggi a De Laurentiis: «Il meccanismo concessorio si basa su un project financing, quindi sulla presentazione di un progetto di ristrutturazione con un piano di investimenti pluriennale che giustifichi la concessione. È un discorso che dobbiamo mettere in campo, vediamo qual è la proposta del Napoli e poi la valuteremo. Esistono delle norme di legge che governano queste tipologie d’intervento».

Cosa significa? De Laurentiis presenti un progetto corroborato da fonti di investimento certe e si aprirà subito il tavolo della discussione. Anche in passato il patron aveva minacciato di portare il Napoli altrove, all’epoca il Presidente voleva lo stadio gratis. Oggi il titolare della squadra Società Campione d’Italia ha messo subito le mani avanti sulla sua volontà di investire nell’impianto di Fuorigrotta, fino a qualche anno fa De Laurentiis la pensava diversamente. E da un punto di vista imprenditoriale il Maradona è diventato piccolo: la richiesta di biglietti è il triplo della sua capienza e la Società per crescere ha bisogno del suo pubblico e quindi di una struttura che macini spettacolo ed economia tutto l’anno. Un impianto tra i 65 e 70mila posti, all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e della sicurezza con dentro il museo della squadra e di Maradona, la ristorazione e sale per l’intrattenimento a iniziare dal metaverso, vale a dire aprire l’impianto alle nuove generazioni di tifosi. 

Manfredi approfondisce l’argomento: «Una cosa è la convenzione d’uso, che è legata all’uso dello stadio come è stato in tutti questi anni, e un’altra cosa è una concessione a lungo termine che segue norme e principi completamente diversi e quindi, come è stato fatto su San Siro, è un ragionamento che richiede un piano d’investimenti che deve essere valutato dagli organi competenti che poi devono giustificare anche il tempo della concessione». 

Quindi su De Laurentiis: «Se la Società presenterà un project financing sicuramente lo valuteremo perché è un’opportunità. Noi abbiamo anche le risorse degli Europei, che potrebbero arrivare, e dunque le due cose vanno in parallelo». E ricorda Manfredi un aspetto importante: «Il Napoli ha pagato tutti i vecchi canoni e dunque la situazione è stata completamente sanata».

La realtà è che - tra Europei, il pressing di De Laurentiis e la volontà di Palazzo San Giacomo - un masterplan per il nuovo Maradona più prima che poi uscirà fuori e se ne saprà di più su quanti soldi servono e che tempi occorrono per rinnovare l’impianto. Tra sindaco e De Laurentiis il ragionamento sul nuovo Maradona è iniziato a febbraio in occasione della partita tra Italia e Inghilterra, giorno in cui fu inaugurata la nuova tribuna intitolata a Maradona. Quel giorno il Patron ha esposto le sue idee - dal parcheggio, alla capienza, alla pista - a Manfredi. Alla luce del sopralluogo della Uefa che per ospitare le gare degli Europei ha chiesto standard di sicurezza dell’impianto ben più elevati di quelli attuali, come per esempio l’impianto di videosorveglianza e la copertura dello stadio. 

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Il Mattino