Stadio, a Napoli svolta anti-violenti: «Stop ai teppisti sugli spalti»

Raffica di Daspo per il Maradona

Stadio, a Napoli svolta anti-violenti: «Stop ai teppisti sugli spalti»
«Il nostro obiettivo è il più semplice che si possa immaginare: ed è quello di consentire a tutti, bambini inclusi, di godere di un bello spettacolo in...

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«Il nostro obiettivo è il più semplice che si possa immaginare: ed è quello di consentire a tutti, bambini inclusi, di godere di un bello spettacolo in modo sereno e sicuro. Vogliamo vedere le famiglie nello stadio. Questo passa necessariamente, a mio avviso, per un rigoroso rispetto delle norme da parte di tutti, in primo luogo quelle in materia di sicurezza». Il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, ha guardato probabilmente con enorme soddisfazione all'ultima partita giocata dagli azzurri allo stadio Maradona, contro l'Udinese, quando oltre 50mila spettatori hanno assistito al match vittorioso della squadra di Spalletti.

Aumentano i tifosi che decidono di seguire gli azzurri al Maradona e non solo per lo splendido primato ottenuto da Di Lorenzo e compagni, ma anche perché le famiglie si sentono nuovamente al sicuro nel frequentare gli spalti. Non è un caso se - anche grazie alle politiche di vendita dei biglietti della società di De Laurentiis - sempre più donne e bambini scelgono di riempire tribune e curve, non solo quella Family, si arriva al 25% in questa fascia di pubblico. Un obiettivo praticamente riuscito e frutto di un lavoro che parte da lontano. Nell'ottica di una collaborazione tra forze dell'ordine e Calcio Napoli il questore è intervenuto sin dal suo primo giorno del suo insediamento applicando quell'antico adagio che si utilizzava negli anni 80: «isolare i facinorosi». Stavolta ci si prova per davvero.

Dall'inizio di questo campionato - tra gare di Serie A e di Champions League - sono già 25 i Daspo applicati a tifosi e sedicenti tifosi del Napoli, ma sono bene 41 le istruttorie in corso per emetterne altrettanti ai danni di chi ritiene lo stadio una sorta di porto franco dove non vigono le leggi dello Stato. Come una fenomeno mai passato di moda resiste tra i reati maggiormente commessi quello di tentare di entrare allo stadio scavalcando il recinto del Maradona. Dieci i provvedimenti di Daspo comminati proprio per scavalcamento, altri 35 soggetti sono sotto esame proprio per questo. Un solo caso di Daspo è riferito ad un ragazzo che voleva entrare allo stadio in possesso di un coltello, due invece quelli che quest'anno usato violenza contro gli stweard, quattro coloro che hanno aggredito o fatto resistenza alle forze dell'ordine. Otto i casi di rissa, danneggiamento, lesioni personali: la maggior parte degli episodi è riferito all'unico vero problema occorso in questa stagione sportiva, durante la gara europea contro il Liverpool, ma in quel caso i disordini avvenirono maggiormente in città che nei pressi dell'impianto di Fuorigrotta e anche per responsabilità dei tifosi inglesi. Solo a margine di quella gara furono 7 i Daspo emessi, di cui 5 a carico dei tifosi in arrivo da Oltremanica.



Venticinque Daspo applicati più 41 istruttorie in corso: si arriva, nemmeno a metà stagione, già a 66 provvedimenti. Lo scorso anno, durante l'intera stagione calcistica, sono stati 57 i Daspo emessi. La stretta contro incivili e violenti diventa, quindi, sempre più incisiva. E, attraverso, i reati da stadio è possibile arginare i reati che avvengono tutti i giorni anche lontano dalle mura del Maradona. Sono decine le persone fermate per spaccio o detenzione di droga, detenzione d'armi, estorsione e rapina. Sette persone colpite dall'azione delle forze dell'ordine risultano anche essere appartenenti (attualmente o in passato) a clan della camorra: due del clan Cardarelli operanti nella zona delle Case Nuove, uno del clan Vigilia di Soccavo, uno del clan Esposito/Nappi di Bagnoli, uno del clan Gionta di Torre Annunziata, uno dei Giuliano di Forcella e uno dei De Martino di Ponticelli. Il questore Giuliano precisa però che non c'è relazione tra i gruppi organizzati e i vari clan della città: «Non esistono evidenze in questo senso, ma abbiamo fatto ampio ricorso ai cosiddetti Daspo fuori contesto, proprio per escludere dallo stadio persone la cui condotta, anche fuori dallo stadio, appare poco compatibile con lo sport».
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Il Mattino