Dramma in Veneto: stagista napoletano di 17 anni vola giù dal balcone. È giallo

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Dramma in Veneto. Un ragazzo napoletano di 17 anni che lavorava come stagista all'hotel Principe Marmolada in località Malga Ciapela a Rocca Pietore (Belluno) è volato - nell'ora di pranzo - dal terzo piano del residence dove alloggia con altri lavoratori, precipitando per una decina di metri. Il ragazzo è grave in ospedale.



Era in compagnia di altri ragazzi e si stava fumando una sigaretta al balcone e sembra abbia perso l'equilibrio cadendo nel passare da un poggiolo all'altro. Le condizioni del giovane sono gravi: è intervenuto l'elisoccorso del Suem e il giovane è stato trasportato poi a Treviso.





«Si era appena alzato dopo qualche ora di sonno. Aveva lavorato tutta la mattina: è andato sul balcone e poi non sa nemmeno lui quello che è accaduto: era solo molto stanco» ha raccontato Umberto S., il padre dello stagista, spiegano di voler chiarezza su quanto accaduto. «Prima di tutto mio figlio non fuma - spiega il genitore al Gazzettino - quindi non era sul poggiolo con una sigaretta. Non si spiega nemmeno lui cosa possa essere accaduto forse un capogiro».

Umberto S. poi racconta di questi 2 mesi e mezzo da stagista, un tirocinio, tramite la scuola nei quali questi ragazzi lavorano per oltre 11 ore al giorno in cucina e in sala. Un lavoro che al termine dei due mesi e mezzo permette agli studenti di avere una borsa studio di 600 euro.



Insomma era sicuramente stanco il 17enne che era quasi alla fine del suo tirocinio: terminava il 31 agosto e sarebbe tornato a Napoli. «Ora invece siamo corsi a Treviso dove sarà sottoposto a diverse operazioni», prosegue Umberto. Il 17enne infatti dovrà probabilmente operarsi alla mandibola ai polsi. Si è rotto naso e denti nella caduta e in più ha un ematoma al polmone. «L’importante è che sia ancora vivo - prosegue il padre - ma è giusto che si sappia la vita che fanno questi giovani che vengono presi dagli hotel per 600 euro a stagione e lavorano tutti i gironi dalle 8 di mattina alle 14 e 30 e dalle 17 alle 22, se va bene». «Mio figlio non si stava divertendo o fumando - conclude il padre - era solo stanco. E pensare che mentre era a terra con i dottori che lo curvano qualcuno ha avuto anche il coraggio di dirgli: "poi con te facciamo i conti"». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino