Nel quartiere della Cesarea, com’è nota la zona tra l’ultimo tratto di via Salvator Rosa e piazza Mazzini, i più anziani ricordano bene quella tragedia....
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Un’iniziativa che l’assessore alla Toponomastica del Comune di Napoli, Alessandra Clemente, ha accolto con favore e fortemente voluto per ricordare una disgrazia ancora viva nella mente dei familiari e dei residenti del quartiere con l'apposizione di una targa su proposta di uno dei familiari delle vittime, presenti alla cerimonia. Tra questi Antonio Granieri, fratello di Gabriella, che perse la vita in quel terribile incidente a soli 17 anni: «All’epoca - racconta - avevo circa 10 anni. Quel tragico evento ha segnato la mia vita per sempre. Da allora non ho mai smesso di pensare a mia sorella e ho scritto una lettera al sindaco Luigi de Magistris per chiedergli se fosse stato possibile avere un ricordo di questi tre cittadini». Commovente la lettura della poesia che la zia ha dedicato a Gabriella, travolta dal filobus in avaria mentre si recava a scuola. Insieme con Gabriella Granieri nell'incidente alla Cesarea a perdere la vita furono Giovanni Cascone e Concetta Marchiello.
«Questa targa commemorativa è il segno tangibile di una città che ricorda e riconosce l'impegno dei familiari che non hanno consentito l'oblio - ribadisce Alessandra Clemente, assessore comunale alla Toponomastica - e rappresenta un monito affinché tragedie simili non si verifichino più. Inoltre questa targa viene da una forte volontà, vale a dire che ciò che è accaduto non si ripeta in futuro. Ma soprattutto rappresenta un abbraccio civico a queste famiglie e a chi si è battuto per non dimenticare», ha concluso l’assessore.
Alla cerimonia è intervenuto anche Francesco Chirico, presidente della II Municipalità, che afferma: «Nei racconti dei miei familiari, di mia nonna in particolare e di tutto il quartiere il ricordo di quella tragedia è sempre rimasto vivo ed è importante che oggi a distanza di quasi sessant’anni, grazie all'impegno dei familiari delle vittime, dell'assessorato alla Toponomastica e dell’amministrazione comunale, si ricordi quanto accaduto perché la memoria non è solo esercizio di retorica, ma ci aiuta ad essere una comunità migliore e più unita». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino