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La faccia di Antonio è una maschera di sangue poggiata ai bordi del marciapiede. Gli occhi persi nel vuoto cercano un appiglio di pietà nello sguardo di quel ragazzo che continua a colpirlo con una spranga di ferro. "Ti ammazzo", ripete, tra le grida di chi prova a chiedere aiuto. Antonio ha 18 anni appena ed è stato massacrato di botte da un branco di ragazzi e ragazze in una "tranquilla" domenica sera.
Lo hanno colpito senza pietà con spranghe e bastoni "senza alcun motivo", come dice qualche istante dopo in un letto d'ospedale la giovane vittima. Una notte di follia e sangue che ha come sfondo, ancora una volta, le strade e le piazze della provincia di Napoli. Succede a Portici. È domenica sera a piazza Poli, uno dei centri della movida della zona, un perimetro di cemento dove nei weekend i ragazzini si sentono uomini, sorseggiando drink seduti sulle selle dei motorini.
Antonio è arrivato dalla vicina San Giorgio a Cremano. Frequenta da diversi mesi quella zona, assieme a una comitiva di amici. È solo, però, quando improvvisamente viene accerchiato da un gruppo di una ventina di ragazzi. Forse uno sguardo di troppo, forse una parola detta alla persona sbagliata. Per accendere la miccia, in certi contesti, basta una piccola scintilla. E in un lampo quella piazza che brulica di giovani sorrisi si trasforma in Gomorra. Prima uno schiaffo, poi un pugno. Antonio è a terra, chiede pietà. Ma non serve a nulla. Gli altri componenti del branco tirano fuori spranghe e mazze. Uno di loro colpisce Antonio alla testa. Il diciottenne cade a terra con il volto insanguinato. Forse perde anche conoscenza. La follia si smorza solo quando le grida dai balconi finiscono nelle telefonate al 112. Prima dell'arrivo dei carabinieri il branco è già sparito nel nulla, inghiottito dal silenzio della notte. Antonio è a terra quando sul posto arriva l'ambulanza. Le sue condizioni appaiono subito gravi.
Un racconto annebbiato forse dalla paura. Parole che comunque rappresentano il punto di partenza delle indagini avviate dalle forze dell'ordine e coordinate dalla Procura di Napoli. Sono stati sentiti alcuni residenti della zona. Si cercano video e filmati. Si scava tra i frame catturati dall'impianto di videosorveglianza del Comune. Immagini che potrebbero aiutare gli investigatori a identificare i protagonisti della folle aggressione e chiarire l'eventuale movente. Di certo c'è che Antonio è un ragazzo incensurato, uno studente normale che non ha mai avuto problemi con la giustizia. Così come è certo che quella piazza della movida è da tempo frequentata da personaggi provenienti anche dalle altre città, a volte anche pregiudicati o minori già nel mirino di indagini e procedimenti penali.
Tasselli di un mosaico che proveranno a mettere insieme i carabinieri chiamati a porre un freno all'emergenza sicurezza che sempre più spesso vede protagonisti i giovani. Proprio a Piazza Poli, due anni fa, un minorenne venne massacrato di botte da 5 persone, tutte subito identificate e denunciate. La scorsa settimana, invece, a via IV Novembre, sempre a Portici, è esplosa un'altra rissa tra giovani, con conseguenze meno drammatiche rispetto a domenica sera. «È da tempo che i cittadini segnalano episodi preoccupanti, specie nei luoghi di ritrovo dei giovani - afferma Francesco Portoghese, consigliere comunale in prima linea sul fronte sicurezza - Occorre intervenire, rafforzando i controlli». Lo stesso sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, qualche settimana fa ha chiesto al governo di intervenire in seguito all'escalation criminale che ha travolto la città e la zona metropolitana di Napoli. Bombe, agguati, risse. Lo specchio di un territorio flagellato dalla violenza. Un territorio che oggi ha il volto insanguinato di un ragazzo appena maggiorenne.
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Il Mattino