Silenzio. Nemmeno una parola. Davanti al magistrato, che ieri gli ha fatto visita nel carcere di Poggioreale per l'interrogatorio di garanzia, Mario Pepe ha scelto di non...
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Per ricostruire l'accaduto gli investigatori hanno lavorato per due anni tra intercettazioni telefoniche, sequestri e pedinamenti. L'indagine, però, non è chiusa. Magistrati e forze dell'ordine lavorano per individuare il canale attraverso il quale Pepe si sarebbe rifornito di Ghb, la sostanza utilizzata per narcotizzare la vittima, tanto da vantarsi di essere tra i pochi ad averla sempre a disposizione. A procurargliela era lo stesso pusher di Torre Annunziata che, stando a quanto emerge dalle trascrizioni delle conversazioni telefoniche, quasi quotidianamente gli avrebbe recapitato la cocaina al ristorante o fin sotto la sua casa di Meta servendosi di una fitta rete di «collaboratori».
Non finisce qui. Dalla lettura dell'ordinanza cautelare sulla base della quale Pepe ed Esposito sono stati arrestati, infatti, emergono altri particolari inquietanti. Davanti alla vittima, priva di sensi e completamente nuda sul bancone del ristorante al termine della (presunta) violenza, il 56enne e la sua amica sarebbero stati presi dal panico e avrebbero persino litigato. A quel punto Esposito si sarebbe rivolta a Pepe dicendo: «Ti avevo avvisato, sapevo che sarebbe finita come con quell'altra ragazza». Di chi si tratta? Prima della 22enne di Sorrento, anche altre giovani erano state narcotizzate e violentate nel ristorante a pochi metri dalla centralissima piazza Tasso? Utili a chiarire questo aspetto potranno essere le dichiarazioni di una giovane che in passato ha lavorato nel ristorante di Pepe. Davanti ai poliziotti la ragazza ha affermato di essere rimasta «oltremodo basita» per via alcune confidenze fattele dal ristoratore. Un esempio? I rapporti sessuali che quest'ultimo avrebbe avuto con una minorenne in cambio di «regali e soldi extra». Ipotesi agghiaccianti sulle quali saranno magistrati e forze dell'ordine a fare chiarezza.
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Il Mattino