«I messaggi vengono cancellati, ma verificheremo se ci sono tracce dei contatti». Né un sì né un no. Ma un forse. Ha risposto in questo modo la...
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A causa di quelle immagini hot, Tiziana era diventata un'icona dei siti porno. Era bastato un click per caricare il video che la inquadrava in atteggiamenti intimi con un uomo e per distruggerla. I quattro ragazzi indagati da oltre un anno dal pm Milita, sono ora intenzionati a non finire nel calderone dei carnefici.
Sul web, in ogni caso, restano ancora le immagini di Tiziana e i commenti osceni ai suoi video: «Stiamo pensando di chiedere al Garante della Privacy di intervenire», fa sapere la famiglia della ragazza. La procura di Napoli nord, ad Aversa, procede con il suo lavoro parallelo a quello dell'ufficio inquirente di Napoli. Lunedì è stato convocato in Procura lo psicologo che aveva in cura Tiziana, ascoltato come persona informata dei fatti.
Il fascicolo per il reato di istigazione al suicidio è aperto contro ignoti, anche se tra i computer sequestrati sono finiti quelli di Sergio Di Palo, l'ex fidanzato di Tiziana, indicato dalla madre della ragazza come una sorta di «istigatore» alle riprese in video. Il magistrato Rosanna Esposto e il capo della Procura, Franco Greco, si muovono su una linea sottilissima: bisogna dimostrare che chi ha pubblicato e reso virale le immagini di Tiziana Cantone su internet fosse a conoscenza della debolezza psicologica della ragazza, la quale soffriva di attacchi d'ansia e di depressione. Solo chi sapeva può essere indagato. Il cerchio, con il passare dei giorni, si stringe sempre di più attorno a pochissimi indiziati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino