Napoli, sversamenti e incendi nella “discarica delle cave” di Chiaiano

Roghi e sversamenti abusivi proseguono senza sosta nelle cave di tufo di Chiaiano dove da anni, il paesaggio viene deturpato e bruciato sotto gli occhi di tutti. Uno scenario...

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Roghi e sversamenti abusivi proseguono senza sosta nelle cave di tufo di Chiaiano dove da anni, il paesaggio viene deturpato e bruciato sotto gli occhi di tutti. Uno scenario terrificante al di la della strada di via Comunale Margherita, di fronte le pareti tufacee di quello che sarebbe dovuto essere il parco delle colline metropolitane. Un paesaggio di morte e desolazione che si estende per chilometri tra le discariche chiuse nove anni fa e quelle tombate di recente. Fiamme, cenere e terreno sommerso dai rifiuti, è quello che si vede affacciandosi dal parapetto lungo la carreggiata. Da un belvedere che viene adoperato come rampa di scarico da auto e camion che frequentemente si fermano in zona. 

 


«Questo è definito il “muro della vergogna” – afferma il vicepresidente dell'VIII Municipalità Salvatore Passaro – e da anni è il simbolo del degrado del quartiere. Una strada pericolosa dove il parapetto è lesionato da una decina di anni – a causa di una vettura che lo distrusse precipitando al suolo – e dove continuano ad esserci sversamenti e roghi tossici. Un paesaggio straordinario, deturpato dall'incuria e dalla barbarie di chi per anni lo ha oltraggiato riempiendolo di spazzatura. Ma non è finita qui. Le azioni illegali proseguono e non si riesce a fermarle. Servirebbe una sorveglianza costante ed un risanamento definitivo dei terreni».
Proprio sul fronte della bonifica la cosa appare tutt'altro che semplice. I suoli adoperati come discariche negli anni sono stati almeno quindici e tutti appartenenti a proprietari differenti. Un nodo che si tenta di sciogliere da tempo ma che a quanto pare, senza alcun risultato.

«Bisogna fare di tutto – conclude Passaro – per restituire tranquillità ed dignità ai cittadini. Oltretutto siamo a due passi dal cimitero di Chiaiano e su una strada che porta all'ospedale Monaldi. Un percorso fondamentale per chi vive in questo territorio e che deve tornare ad essere sicuro. Non possiamo più consentire questi comportamenti. Tutte le istituzioni in campo, hanno il dovere di fare la propria parte per abbattere questo muro di indifferenza ed illegalità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino