«Al San Carlo serve un piano B sul problema delle restrizioni»

«Al San Carlo serve un piano B sul problema delle restrizioni»
Il giorno dopo la presentazione della nuova stagione al San Carlo, il dibattito tra i lavoratori è aperto. Ufficialmente pochi mettono sul piatto valutazioni artistiche...

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Il giorno dopo la presentazione della nuova stagione al San Carlo, il dibattito tra i lavoratori è aperto. Ufficialmente pochi mettono sul piatto valutazioni artistiche rispetto a un cartellone ricco di superstar della lirica, dalla Netrebko a Kaufmann, da Sondra Radvanovsky a Pretty Yende e Lisette Oropesa. Alle glorie campane: la cilentana Maria Agresta, la casertana Rosa Feola, la napoletana Anna Pirozzi.


Ma molti si chiedono che cosa accadrà se dovessero perdurare le restrizioni da Covid e non si potesse aprire la sala in tutta la sua capienza. Perché, come ha annunciato il sovrintendente Stéphane Lissner, il cartellone non sarebbe sostenibile economicamente con gli attuali cinquecento spettatori ammessi.
«Chiederemo di utilizzare tutti gli strumenti digitali in grado di far andare avanti l'arte e comunque si devono far trovare pronti anche a questa eventualità», nota Alessandra Tommasini, segretario generale della Slc-Cgil. «I titoli e i grandi nomi non bastano per raggiungere un esaltante risultato che gli appassionati meritano, come sosteneva Toscanini sono le masse a dare l'impronta. E per questo riteniamo che il rispetto delle piante organiche sia un elemento fondamentale per rilanciare il teatro», osserva a sua volta Walter Omaggio della segreteria Fistel Cisl.


Il nuovo piano è stato presentato ai due ministeri competenti, quello della Cultura e delle Finanze, che devono dare il loro parere. Ma è all'interno del teatro che la nuova pianta lascia perplessità. «Mentre nei settori del ballo, del coro e in quelli delle maestranze tecniche e amministrative il piano risponde alle esigenze di rafforzamento richieste, per l'orchestra la Cgil ritiene insoddisfacente il numerico previsto dalla direzione, con quattro professori in meno, sia perché non corrisponde agli impegni precedentemente assunti coi lavoratori e sia perché ritiene l'orchestra un settore portante della programmazione artistica», dice la Tempestini.


Anche per il balletto, però, sorgono perplessità nonostante dal 31 maggio siano stati pubblicati i bandi per assumere dieci ballerini interni (sei donne e quattro uomini) nel ruolo di tersicoreo di fila con obbligo di solista, una sorta di stabilizzazione per danzatori già attivi all'interno del corpo di ballo. Mentre altri undici posti di tersicoreo «di fila» (sei donne, cinque uomini) sono stati messi a bando tra gli esterni.


Preoccupata la Uil che con il segretario generale Uilcom Massimo Taglialatela ricorda di aver chiesto più tempo per approfondire i testi dei bandi: «Per gli interni non è prevista la garanzia dell'assunzione in caso di superamento delle prove e la graduatoria è di soli dodici mesi, per questo abbiamo dato mandato a un legale per verificare la legittimità degli atti».


Sotto accusa anche la gestione del personale: «In alcuni settori mancano da mesi figure importanti che costringono taluni a superlavoro per garantire la qualità artistica, ma questa situazione non è più tollerabile, è in ballo la qualità e prima ancora la salute dei lavoratori. Bisogna garantire il giusto tempo tra una produzione e l'altra per studiare e approfondire, le risorse ci sono».


Dalla segreteria Fials-Cisal poi, Gennaro Marchisano sostiene che «gli organici presentati sono un passo avanti per la stabilizzazione del precariato ma qualcosa manca e a noi non è stata data copia. Bisognerebbe analizzarla settore per settore per poter valutare, per questo abbiamo chiesto alla direzione di accelerare le assunzioni per tutti i settori in sofferenza oltre al ballo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino