Teatro San Carlo di Napoli, Lissner «pensionato» dal primo giugno

Pubblicato il decreto sulla Gazzetta ufficiale, è caccia al successore

Stephane Lissner
«Pensionato», dal primo giugno. Il decreto che riordina le fondazioni lirico-sinfoniche ha un effetto dirompente sul San Carlo di Napoli perché il suo...

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«Pensionato», dal primo giugno. Il decreto che riordina le fondazioni lirico-sinfoniche ha un effetto dirompente sul San Carlo di Napoli perché il suo sovrintendente, insieme direttore artistico del teatro, il francese Stéphane Lissner, ha già compiuto 70 anni e, in base alle nuove norme che equiparano il limite di età tra manager stranieri e italiani, è costretto a lasciare l'incarico. Non può continuare a svolgerlo, indipendentemente dalla scadenza del contratto in corso (fissata ad aprile 2025), è precisato in Gazzetta ufficiale, cancellando con 16 righe ogni controversa interpretazione del testo o altra lettura. Un'accelerazione in vista della sostituzione.

Pubblicate ieri, le disposizioni entrano infatti in vigore oggi: vuol dire che il ministero della Cultura le comunicherà a stretto giro al consiglio di indirizzo della fondazione, chiamato a prenderne atto e a informare Lissner. Possibile (ma non è detto) che nella riunione di martedì prossimo, 16 maggio, avvenga questo passaggio, oltre all'approvazione del bilancio. Nella circostanza, è previsto un presidio dei lavoratori davanti al teatro organizzato da tutte le sigle sindacali che, dopo aver incontrato il sovrintendente, l'altro giorno hanno convocato due assemblee e ribadito le preoccupazioni affinché vengano rispettati gli impegni concordati: per stabilizzare decine di precari. A prescindere dalla partita delle nomine.

Interpellato, Lissner sceglie la linea del silenzio. Ma, in una lettera inviata al consiglio di indirizzo il 18 aprile, molto prima del decreto legge approvato in Consiglio dei ministri (il 4 maggio), ha annunciato l'intenzione di dare mandato ai suoi avvocati perché seguano la vicenda «con attenzione» e assumano «qualsiasi iniziativa» a sua tutela.

Facile ipotizzare un ricorso al Tar con criteri di urgenza per tentare di ritardare/bloccare l'avvicendamento forzato o comunque aprire un braccio di ferro legale per ottenere un risarcimento. Ma c'è anche un'altra incognita che rischia di rallentare il cambio al vertice, voluto soprattutto per liberare la casella di viale Mazzini: il successore prescelto Carlo Fuortes, amministratore delegato Rai che si è dimesso tra le polemiche, non appare più così intenzionato a venire a Napoli. E, a questo punto, potrebbero entrare in gioco altri manager. Come Maurizio Pietrantonio, romano di origini sannite, violinista e al momento direttore generale della fondazione Ravello.

Di certo spetta al consiglio di indirizzo con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, presidente della fondazione San Carlo, tracciare un profilo di alto livello e valutare le candidature, mentre il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha potere di veto. «Lavoreremo nelle prossime settimane per fare in modo che l'istituzione non risenta di questi eventuali cambiamenti e che si continui in un percorso di grande offerta culturale e di grande stabilità e tenuta amministrativa», l'impegno del primo cittadino. 

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Il Mattino