Più presenza delle forze dell'ordine, in termini di rafforzamento di uomini e mezzi, videosorveglianza, assegnazione di spazi abbandonati. Sono le promesse mancate da...
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LA VISITA DI FICO
L'arrivo delle istituzioni nel Rione Villa, il rione delle stese di San Giovanni a Teduccio, teatro della faida tra i clan D'Amico e Rinaldi, era iniziata all'indomani dell'omicidio di Luigi Mignano, l'uomo di 57 anni ucciso il 9 aprile mentre accompagnava a scuola il nipotino di tre anni. In seguito al disperato appello di Valeria Pirone, dirigente scolastica dell'istituto comprensivo Vittorino Da Feltre, preoccupata per l'incolumità dei suoi alunni che erano entrati a scuola poco dopo l'omicidio, nel rione si erano avvicendati diversi esponenti delle istituzioni locali e nazionali. A partire dal presidente della Camera Roberto Fico, che aveva assicurato: «Basta con interventi spot. Qui serve qualcosa di stabile e duraturo. Fa venire rabbia e paura, purtroppo nella nostra città sappiamo che accadono queste cose terribili. Però dobbiamo provare a invertire la rotta totalmente», aveva aggiunto Fico parlando con la preside. «Il punto - aveva sottolineato ancora il presidente della Camera - è che qui non serve qualcosa di emergenziale, serve una programmazione che sia stabile e costante. Io ho sempre detto che bisogna riuscire a programmare insieme». Eppure in tre mesi nulla di «stabile e duraturo» è stato programmato per il quartiere ormai ostaggio di una guerra tra cartelli criminali che non fa presagire nulla di buono, alla luce degli ultimi episodi di cronaca.
LA SORPRESA MATTARELLA
A seguire la visita del presidente della Camera c'era stato un accorato appello al capo dello Stato da parte delle mamme di San Giovanni, firmato da Anna Riccardi, presidente della Fondazione Famiglia di Maria, da anni in trincea per le famiglie più disagiate di Napoli est. Una lunga lettera indirizzata al capo dello Stato con un invito. Il sabato prima di Pasqua la sorpresa: Mattarella, che al mattino era stato alla Sanità, arrivò in forma strettamente personale al Rione Villa per prendere parte alla messa pomeridiana. Una presenza importante, un gesto che al Rione Villa viene ancora oggi ricordato come una sorta di miracolo, il segnale che la massima carica dello Stato era al fianco della gente di quel quartiere.
IL FACCIA A FACCIA CON CONTE
Ma toccava al governo e al Comune inviare segnali concreti: il 18 giugno l'arrivo nella sede dell'Oasi Figli in famiglia del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un faccia a faccia con comitati, associazioni e cittadini sui temi della sicurezza, della camorra e dell'ambiente, ma con sommo rammarico di tutti nessun impegno era stato strappato al premier. «Quell'incontro non solo non ha sortito alcun effetto, ma neanche un impegno preciso - tuona Giuseppe Manzo, della Rete Napoli Zeta, che aveva esposto a Conte diverse problematiche - dai nostri interventi prevaleva la richiesta unanime per un impegno urgente, in particolare una commissione parlamentare d'inchiesta per la bonifica ambientale. A distanza di un mese non ci sono state risposte e la situazione è peggiorata, sia per l'emergenza sicurezza che per la questione ambientale, che sul territorio è devastante». E ora al Rione Villa è tornata la paura.
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Il Mattino