Terme di Stabia, gelo sui lavoratori: il Comune di Castellammare non li assume

Terme di Stabia, gelo sui lavoratori: il Comune di Castellammare non li assume
Il Comune dice no all'assunzione di 35 ex dipendenti delle Terme di Stabia. Nella trattativa che aveva messo sul tavolo la rinuncia delle spettanze dovute in cambio di un...

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Il Comune dice no all'assunzione di 35 ex dipendenti delle Terme di Stabia. Nella trattativa che aveva messo sul tavolo la rinuncia delle spettanze dovute in cambio di un posto di lavoro, gli ex lavoratori incassano il rifiuto della proposta e l'avanzamento della procedura di licenziamento.

L'intricata vicenda inizia nel 2015 dopo il fallimento di Terme di Stabia. Dei 70 dipendenti tra amministrativi, infermieri e fisioterapisti licenziati, 35 ricorrono alle vie legali e chiedono di essere riassunti dalla Società Immobiliare Terme di Stabia. Alla Sint i lavoratori presentano un conto salato che si compone di quanto Terme non aveva loro corrisposto oltre a tutte le mensilità e contributi intercorsi in questi sette anni. Una cifra che si aggira attorno ai 10 milioni e che tre gradi di giudizio hanno riconosciuto come valida. I termali, difesi dall'avvocato Francesco Brizzi, hanno ottenuto il sì alla riassunzione sia dalla Corte d'Appello di Napoli, sia dalla Cassazione la scorsa estate. La Sint però non ha attività all'attivo ed è una società in liquidazione e con un concordato omologato presso il Tribunale di Torre Annunziata. «Chiedono la riassunzione senza aver mai lavorato nemmeno un minuto», era stata la difesa di Vincenzo Sica, amministratore della società che oggi ne chiede il licenziamento. 

Lo scorso 10 agosto i lavoratori, rappresentati da Mario Riano dell'Ugl, avevano formalizzato la richiesta di assunzione non più in Sint ma all'interno dell'organico comunale (il Comune gestisce per il 98 per centro la Sint) spiegando di voler riprendersi «la loro dignità lavorando, di non essere interessati ai soldi e allo stesso tempo di voler salvare il patrimonio termale». A quella proposta Vincenzo Sica, liquidatore della società immobiliare, ha replicato con un altro diniego dopo l'interlocuzione con i commissari straordinari oggi alla guida della città. «La commissione ha già espresso le proprie necessità in materia di personale dell'Ente. Tra l'altro - si legge nel documento inviato da Sint a tutte le parti in causa - il Comune è tenuto come tutti gli Enti Locali al rispetto dei vincoli di legge perché tutte le procedure siano subordinate allo svolgimento di apposite procedure selettive disciplinate dalla legge». Insomma i commissari hanno spiegato a Sint di non poter prevedere l'assunzione dei 35 ex termali, sebbene la prospettiva avrebbe potuto fermare la vendita. 

I lavoratori restano con il rammarico di aver tentato, a modo loro, il tutto per tutto, rinunciando alle somme dovute, per ritornare a lavorare per la città. Ora al tavolo aperto tra le parti e al quale partecipa anche la Regione, si proseguirà nella trattativa di licenziamento avviata nel mese di giugno dalla Sint. Parallelamente i liquidatori giudiziali Armando Sorrentino e gli avvocati Elvira Mirra e Maria Luigia Ienco, pubblicheranno il bando per la vendita del patrimonio stimato in circa 21 milioni di euro. Complesso delle Nuove Terme, albergo, centro congressi e parco idropinico e Villa Ersilia: sono questi i beni che saranno parte del primo bando che avrà l'obiettivo di individuare un acquirente, che potrà decidere di acquistare anche uno solo dei beni che finiranno all'asta. 

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Il Mattino