Terra dei Fuochi, comitati in rivolta: «Dimenticati dai cinquestelle»

Terra dei Fuochi, comitati in rivolta: «Dimenticati dai cinquestelle»
Inviato a Giugliano La nube nera che si alza dalla zona di Casacelle sembra un presagio. È il solito rogo, il solito allarme della terra dei fuochi. I residenti della zona...

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Inviato a Giugliano

La nube nera che si alza dalla zona di Casacelle sembra un presagio. È il solito rogo, il solito allarme della terra dei fuochi. I residenti della zona si chiudono in casa, arrivano i vigili del fuoco per spegnere il monticello di rifiuti in fiamme, attizzato da residui di plastica. Immagini abituali dell’emergenza nell’area tra le province di Napoli e Caserta, che il Movimento 5 Stelle ha seguito con i suoi parlamentari per tutta la scorsa legislatura. Ma l’amore tra pentastellati e comitati della terra dei fuochi sembra incrinarsi. Da quattro giorni, il tam tam, via telefono e in rete, è tutto una critica sui rapidi accenni, nel contratto di governo, all’emergenza bonifiche in terre martoriate da rifiuti che hanno arricchito le mafie.


Enzo Tosti, che è candidato sindaco a Orta di Atella, è il portavoce della rete di cittadinanza e comunità che raggruppa una trentina di comitati della terra dei fuochi. Comitati e associazioni di Acerra, Orta di Atella, Casalnuovo, Santa Maria a Vico, Caivano, Frattamaggiore, Marcianise, Lusciano, Gricignano, Afragola. Dice: «Siamo sconcertati. Non basta annunciare la presenza possibile nel governo del generale Costa all’Ambiente per rassicurarci. Nei comitati si è aperta la discussione da quando è diventato pubblico il famoso contratto. Gira molta amarezza, non riusciamo a capire come il tema ambientale, che unisce salute e lavoro, sia così sottovalutato. Eppure, il M5S in passato ci è stato molto vicino e ha eletto tanti parlamentari in Campania, che provengono anche dall’esperienza di protesta nella terra dei fuochi».

Salvatore Micillo è il deputato pentastellato eletto nel collegio. È stato il più contattato da comitati e associazioni. Li ha invitati all’attesa, ha spiegato che non tutti i particolari di quello che un governo farà può essere dettagliato. Ma le riserve restano e giovedì prossimo, dalle sette di sera, nella sede della rete di cittadinanza e comunità a Frattamaggiore si riuniranno tutti i rappresentanti dei 30 tra comitati e associazioni. Probabile che approveranno un documento da rendere pubblico, ma qualche anticipazione di una ipotesi di bozza circola: «Non troviamo misure idonee per combattere definitivamente il problema delle varie forme di inquinamento ambientale, come lo sversamento di rifiuti speciali e quello prodotto dagli impianti di incenerimento» E ancora: «È noto a tutti cos’è la Terra dei fuochi, le cave piene di rifiuti e le famigerate ecoballe di Taverna del Re. Sappiamo che Di Maio conosce benissimo cos’è il triangolo della morte, perché non ne è stato fatto alcun cenno?»

È questa l’aria che tira nei comitati. E anche i singoli militanti delle associazioni sono critici. Come Gabriel Aiello di Casalnuovo, che dice: «Non è accettabile che nel contratto Lega-M5S non compaia mai la citazione della Terra dei fuochi, neanche per sbaglio. Possibile venga solo sottinteso il tema delle bonifiche?». Non è tenera neanche Miriam Corongiu dell’Orto conviviale: «C’è un’assenza totale, nell’indifendibile contratto, del sud. Sull’ambiente, solo quattro chiacchiere insipide». Aveva cercato di tranquillizzare i comitati e le associazioni della Terra dei fuochi proprio Micillo, con un post in rete di primo mattino elencando impegni e cose fatte dai 5Stelle sul tema inquinamento e bonifiche. Con lui gli altri parlamentari fra i quali Vilma Moronese della provincia di Caserta che spiega: «Per noi parlano le azioni e quanto abbiamo messo in campo nella scorsa legislatura. L’impegno sull’ambiente e le bonifiche sarà costante. Mi sento di ripeterlo, per rassicurare i comitati».

Sui temi delle bonifiche, i parlamentari pentastellati dell’area della Terra dei fuochi hanno sottoscritto degli impegni in campagna elettorale. Ironia della sorte, il neodeputato dei 5 Stelle, eletto a Marano, Andrea Caso, era tra gli animatori del presidio di protesta contro la discarica. Fu sentito dalla commissione parlamentare sui rifiuti a novembre. Con lui, c’era Susanna Frantina che ora è tra le più critiche sul contratto del governo Lega-Cinque Stelle. Era tra chi ha protestato domenica scorsa contro il gazebo pentastellato in via Toledo a Napoli. Dice: «Dopo 10 anni di lotta, il contratto fa venire i brividi. Sull’ambiente, si parla di green economy e rifiuti zero oltre che di generiche bonifiche. Nessun accenno al biocidio sulle nostre terre. Una chiacchierata infinita e vergognosa».


Parole dure, che hanno eco nell’altra rete di informazione di presidi e comitati, Stop biocidio, di cui Susanna Frantina fa parte. Una rete che lo scorso marzo ha organizzato l’ultima protesta in ordine di tempo e si riunirà il due giugno a Chiaiano in un’assemblea regionale. Nei primi commenti al contratto Salvini-Di Maio, una prima reazione della rete Sto biocidio dice: «Per il momento il dramma terra dei fuochi non esiste. L’Italia ancora una volta si dimentica di questa terra, speriamo se ne accorgano presto. Noi avremo ancora tanto da combattere». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino