Tavole vibranti per testare la resistenza ai terremoti dei ponti come quelli costruiti in Italia cinquanra-sessant’anni fa su strade e autostrade: l’esperimento unico al...
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L’esperimento sarà condotto presso il dipartimento per l’Ingegneria e l’Architettura (Dist) dell’università Federico II e rientra nel progetto Strit (Strumenti e Tecnologie per la gestione del Rischio delle Infrastrutture di Trasporto) del Distretto ad alta Tecnologia per le Costruzioni Sostenibili, Stress. Il modello su cui sarà eseguito è un ponte con campata (ossia distanza tra i piloni) di circa 7 metri e del peso di 30 tonnellate. «Il test è unico nel suo genere perché per la prima volta utilizza due tavole vibranti che possono simulare terremoti di intensità diversa su due piloni, come accade nella realtà, dove i piloni spesso poggiano su terreni geologicamente diversi che rispondono in modo differente al sisma» osserva Andrea Prota, che insegna Tecnica delle costruzioni presso il Dist.
Inoltre, aggiunge, le tavole vibranti simulano in modo bidirezionale il terremoto, sia in direzione della carreggiata sia in modo perpendicolare ad essa. «Un test simile - spiega l’esperto - è stato fatto negli Stati Uniti per studiare strutture di nuova realizzazione ma è la prima volta al mondo in cui si sperimentano tecniche di riduzione della vulnerabilità di ponti già esistenti in cemento armato». La sperimentazione prevede anche test su tecnologie per la messa in sicurezza: come degli isolatori, una sorta di cuscinetti posti sulla sommità del pilone e pellicole con cui fasciare i piloni fatte di nuovi materiali come fibre di carbonio per renderli più resistenti. «Raramente - sottolinea Ennio Rubino, presidente di Stress - tali prove sono state effettuate su tavola vibrante, sia a causa delle notevoli dimensioni (grosse masse coinvolte) sia a causa della particolare conformazione della struttura testata. Grazie al progetto Strit è stato possibile superare tali problematiche». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino