Tirreno Power, dramma lavoro per 56 famiglie delegazione in prefettura: «Le istituzioni ci aiutino»

Sciopero Tirreno Power Napoli
Duecento lavoratori considerati “in esubero” a livello nazionale, 56 famiglie, per il solo sito campano, senza prospettive e con gli ammortizzatori sociali ormai...

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Duecento lavoratori considerati “in esubero” a livello nazionale, 56 famiglie, per il solo sito campano, senza prospettive e con gli ammortizzatori sociali ormai sempre più vicini alla scadenza di ottobre, un dramma occupazionale che investe anche l’indotto. Questa mattina le tre organizzazioni sindacali Filctem – Flaei – Uiltec hanno proclamato sciopero dell’intera giornata per Tirreno Power, di cui uno dei siti, la centrale termoelettrica di Vigliena, si trova sul territorio napoletano.

 
 Una delegazione è stata ricevuta in prefettura dal viceprefetto Massimo De Stefano: l’appello dei lavoratori è per un coinvolgimento attivo delle istituzioni locali e nazionali nella ricerca di una soluzione, sottolineando come  in un incontro recente anche dallo stesso Ministero per lo sviluppo economico sia giunto l’invito, rivolto a Regione e Comune, a partecipare a un incontro per trovare insieme una risposta al dramma in atto.
Il gruppo elettrico Tirreno Power versa in una situazione di pesante crisi industriale  già da qualche anno per la quale si è già ricorso agli ammortizzatori sociali, tra l’altro in scadenza tra qualche mese. Ad appesantire la situazione è intervenuta la chiusura da parte della magistratura del sito di Vado Ligure.


«Allo stato attuale – scrivono in una nota i sindacati -  l’azienda dichiara l’esubero di circa 200 lavoratori a livello nazionale e si presenta con un piano industriale insufficiente e riguardante solo il sito di Vado Ligure. Nessun progetto è stato presentato né per Napoli né per Civitavecchia, siti che sono comunque interessati dagli esuberi. Nel primo incontro al Mise avvenuto il 4 luglio la posizione espressa dal gruppo è stata sempre la stessa e l’azienda è stata invitata anche dal Ministro ad assumersi le proprie responsabilità. Nel prossimo incontro previsto per il 3 agosto al Mise auspichiamo l’individuazione di soluzioni più efficaci e soprattutto rileviamo una crescente tensione tra i lavoratori per l’approssimarsi della scadenza degli ammortizzatori sociali che se non fossero prorogati provocherebbero un profondo disagio sociale. Chiediamo gli interventi e la partecipazione di tutte le istituzioni locali affinché nel nostro territorio non vengano inflitti altri ed ulteriori colpi a livelli occupazionali già pesantemente contratti».
 
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Il Mattino