Il Gip di Napoli Tommaso Perrella ha disposto l'archiviazione per le sei persone indagate per diffamazione nell'ambito del procedimento avviato a fine 2015 da Tiziana...
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Nel novembre scorso era stata la Procura di Napoli, rappresentata in quel frangente dal sostituto Alessandro Milita (ora Procuratore Aggiunto a Santa Maria Capua Vetere) affiancato dall'Aggiunto Fausto Zuccarelli, a presentare istanza di archiviazione al Gip per i cinque ragazzi cui Tiziana aveva inviato i suoi video hot; tra gli indagati c'era anche il padre di uno di loro cui intestata l'utenza telefonica alla quale erano arrivate le immagini. Il Gip però decise di non pronunciarsi e di fissare un'udienza, celebratasi il 7 aprile scorso, in cui sentire tutte le parti in causa; la Procura, rappresentata dal sostituto Valeria Fico, ha depositato atti di indagine provenienti dalla Procura di Napoli Nord, dove è aperto sulla vicenda di Tiziana un altro fascicolo, senza indagati, per istigazione al suicidio, mentre Marazzita, che solo qualche mese fa ha preso il posto dell'avvocato Andrea Imperato come legale della madre di Tiziana, ha sollecitato il Gip perché respingesse l'archiviazione e ordinasse alla Procura di proseguire le indagini. «Davanti al giudice - spiega Marazzita - ho sostenuto la necessità di accertare eventuali responsabilità di Facebook, anche perché il calvario di Tiziana è iniziato proprio quando ha visto il suo nome sul social associato ai suoi video pubblicati su siti porno soprattutto americani. Se quei video fossero stati immessi solo su questi siti, senza alcun collegamento con una piattaforma così diffusa come Facebook, probabilmente lei non ne avrebbe saputo nulla. E in ogni caso Facebook fu diffidato ma non fece nulla».
Tiziana aveva querelato i cinque ragazzi proprio dopo aver costatato che i video da lei girati erano finiti su siti porno cui era possibile accedere tramite social come Facebook.
Il Mattino