Basta una bomba d'acqua e la piana di Licola si trasforma in un luogo degli orrori. Giovedì sera, dopo le piogge torrenziali dei giorni precedenti, l'alveo dei...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Ho avuto paura quando ho visto quei topi così grossi, al solo pensiero di stendere l'asciugamano sulla sabbia dove qualcuno di questi poteva essere finito mi è cresciuta l'ansia e sono andata via», dice Silvia, una residente. A Cuma, nel punto di immissione in mare del canale dei Camaldoli, l'arenile negli ultimi anni si è presentato spesso come una discarica. Una situazione, quella dell'Alveo, ancora più complicata dalla precarietà degli argini e dalla presenza lungo tutto il suo percorso di rifiuti di ogni genere. Gomme d'auto, carcasse di animali, ingombranti, materiali edilizi e plastica. Rifiuti abbandonati da un esercito di incivili che, aggiunti alla folta e mai curata vegetazione spontanea, quando piove ostruiscono il deflusso dell'onda di piena, costituendo nei pressi dei sottopassi veri e propri blocchi.
Giovedì sera i viali che conducono alle abitazioni sembravano veri e propri fiumi. «È assurdo che ogni volta che piove i residenti debbano vivere nella paura», dice Umberto Mercurio, presidente dell'associazione Licola Mare Pulito. Qui l'altra sera si è addirittura rischiata la tragedia perché due uomini nel cercare di rompere la sponda per deviare il corso dell'acqua sono stati travolti per oltre venti metri, riportando numerose escoriazioni. «Il materiale, per lo più canneto ma anche rifiuti, accumulato ai bordi dell'Alveo Camaldoli - spiega Mercurio - ha ostruito il ponte innalzando il livello delle acque. In questo modo si sono rotti gli argini in più punti. Bisogna intervenire in maniera definitiva prima che accada una disgrazia». È stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco per riportare tutto alla normalità, dopo diverse ore.
«Il tratto di arenile su cui sono stati rinvenuti i topi morti è l'unico non balneabile per legge, perché si trova in prossimità del collettore dell'Alveo Camaldoli», spiega Salvatore Trinchillo, vicepresidente nazionale del Sindacato Italiani Balneari. «Abbiamo presentato negli anni numerosi esposti assieme all'associazione Licola Mare Pulito e continueremo a farlo. Il nostro obiettivo è ridare la balneabilità anche a questo tratto. Il problema dell'Alveo va risolto in maniera drastica e definitiva». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino