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E se nel primo caso si tratta di turisti affamati della Napoli neomelodica e pittoresca, nel secondo si tratta di condomini disturbati nella loro quiete, anche se, vivendo in pieno centro storico, dovrebbero essere abituati a un brusio di sottofondo. E così, ieri, hanno cercato di impedire a Topolino - le cui gesta canore sono state raccontate l'altro ieri sul Mattino dalla scrittrice Giuseppina De Rienzo - di esibirsi per l'ennesima volta; qualcuno ha chiamato anche i carabinieri, ma niente, lui ha comunque deciso di cantare usando i due amplificatori sul davanzale. Lo show lo ha iniziato giustificandosi: «Sono disoccupato e senza reddito, e vorrei mettere il piatto a tavola».
D'altra parte dal balcone pende un paniere, dove si possono lasciare le offerte a piacere. Poi ha proseguito, riferendosi a tedeschi, francesi e anche italiani che dalla strada lo riprendevano con il telefonino: «Mi spiace per i vicini ma questi stanno qua per sentire le mie canzoni. Sono ormai un'attrazione e non posso deluderli». A niente per ora, dunque, sono servite le lamentele e le richieste di evitare di mandare la musica a palla, che sia di «Malafemmena», «'A pizza» o «Carmela». L'unica novità è stata la promessa ad abbassare un po' il volume. Anche perché, ha detto Topolino calandosi alla perfezione nel napoletano che tutti i turisti vogliono immortalare, «'je so napulitano e se nun canto moro».
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Il Mattino