Torre Annunziata, l'omicidio di mamma coraggio deciso a cena dal boss accusato

Torre Annunziata, l'omicidio di mamma coraggio deciso a cena dal boss accusato
Meno di un mese prima del delitto, durante una cena Francesco Tamarisco si sarebbe lamentato della «mamma coraggio» Matilde Sorrentino. La donna, con le sue denunce,...

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Meno di un mese prima del delitto, durante una cena Francesco Tamarisco si sarebbe lamentato della «mamma coraggio» Matilde Sorrentino. La donna, con le sue denunce, aveva fatto scoprire la scuola degli orrori del rione Poverelli di Torre Annunziata, dove un gruppo di pedofili aveva abusato anche di suo figlio. «C'è una donna che mi accusa e bisogna zittirla una volta per tutte» avrebbe detto Tamarisco a cena nella villa bunker di famiglia, Villa Adele, ora confiscata in attesa di una destinazione. Il dettaglio è stato raccontato ieri in aula dal collaboratore di giustizia Massimo Fattoruso, un nuovo testimone venuto fuori nel corso del processo che vede come unico imputato proprio il boss del narcotraffico di Torre Annunziata, quel Francesco Tamarisco conosciuto negli ambienti come «Francuccio o nardiell».

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Tamarisco è accusato dalla Procura di Torre Annunziata di essere il mandante dell'assassinio di mamma Matilde, la donna che insieme ad altre due mamme guidò la rivolta contro i pedofili del rione a fine anni 90. Inizialmente proprio Francesco Tamarisco fu tra gli indagati, arrestato e condannato in primo grado, poi assolto con formula piena in appello. Ma quell'accusa infamante, che aveva macchiato la sua «fama» negli ambienti del narcotraffico internazionale, andava lavata col sangue. Almeno questa è l'accusa sostenuta in aula dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri.

La testimonianza di Fattoruso, ex affiliato al clan Aquino-Annunziata di Boscoreale e secondo quanto sostenuto grande amico dei Tamarisco, si è aggiunta con il processo già nel vivo. E, secondo l'accusa, è una versione che conta perché appresa dal diretto interessato. «Circa un mese prima dell'omicidio ero a cena a casa dei Tamarisco ha detto il pentito Fattoruso e ricordo che lui mi fece capire che aveva intenzione di farla uccidere». L'amicizia tra i due si era fortificata anche durante periodi di detenzione comune e più volte Fattoruso e Tamarisco avrebbero parlato della vicenda. «Lui negava di essere coinvolto nella vicenda di pedofilia ha aggiunto Fattoruso e dopo l'agguato non parlai più con Francesco Tamarisco dell'omicidio della mamma coraggio perché era come accusarlo di essere un pedofilo». Fattoruso ha risposto anche alle domande dei giudici della Corte d'Assise di Napoli e degli avvocati Antonio Rocco Briganti e Alessandro Pignataro, che difendono Tamarisco. Per l'omicidio di Matilde Sorrentino è già stato condannato all'ergastolo in via definitiva Alfredo Gallo, l'autore materiale del delitto al quale, secondo l'accusa, i Tamarisco avrebbero garantito un vitalizio da 500 euro al mese in carcere per comprarne il silenzio.
 

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Il Mattino