Fa esumare il corpo della madre, poi crea un altare e lo conserva lì, ancora in decomposizione, dietro una teca trasparente, adornata di oggetti preziosi e fiori. Un modo...
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Tutto parte circa un anno fa. La madre di don Franco Gallo, oggi cinquantanovenne, viene a mancare: la regolare sepoltura avviene nel cimitero di Torre Annunziata dopo il rito funebre. Passano alcuni mesi, e si arriva alla scorsa estate, quando il sacerdote questo hanno ricostruito i poliziotti guidati dal dirigente Claudio De Salvo e coordinati dalla Procura di Torre Annunziata chiede urgentemente l'esumazione. Visto il suo ruolo e l'insolita quanto fremente richiesta, responsabili del cimitero e agenzia funebre contattata non chiedono alcuna autorizzazione ed eseguono alla lettera ogni suo - strano - desiderio. La salma dell'anziana, non ancora idonea per essere dissepolta, si presenta quasi mummificata. Nonostante ciò, viene estratta dalla bara e collocata in una sorta di altare, adornata con alcuni oggetti preziosi di famiglia, poi chiusa dietro una teca trasparente in modo che possa essere visibile a chi si presenta al suo cospetto. Gli addetti delle pompe funebri vanno via, e comincia il rito quotidiano del sacerdote. Fiori freschi tutti i giorni, e una messa in memoria celebrata ogni mattina. Fino a ottobre dell'altare nessuno parla e nessuno sa nulla. Finchè i poliziotti non vanno a far visita al sacerdote per l'affidamento di un detenuto. Lo stesso don Franco accompagna gli agenti al cospetto dell'altare, racconta come sia nata l'idea legata, dice, a un'apparizione in sogno della defunta e tutto l'aspetto religioso, con la madre quasi venerata per la sua bontà d'animo e il tanto bene fatto alle persone. A un primo sguardo, tutta quella preparazione appare più folkloristica che altro. Poi gli stessi poliziotti decidono di approfondire la questione, scoprendo che più di una violazione amministrativa e penale era stata operata per effettuare l'esumazione della salma, il trasporto, la creazione dell'altare, anche se lo stesso sacerdote non si spiega cosa ci possa essere di «strano» in tutta la vicenda. «È mia madre, io sono un sacerdote, mi occupo di ogni aspetto» dice agli investigatori, che nel frattempo fanno partire le indagini.
Come primo passo, la salma viene nuovamente tumulata poiché deve attendere almeno cinque anni da regolamento cimiteriale del Comune di Torre Annunziata prima di essere esumata, e questo per il rispetto delle normative sanitarie che in Italia prevedono che la sepoltura duri almeno dieci anni, tranne casi eccezionali. Successivamente vengono acquisiti alcuni documenti ed emerge che l'esumazione è stata sicuramente irregolare e anticipata anche perché non è stata annotata nei registri. E spunta un'ulteriore anomalia, visto che la tomba vacante era stata già occupata da un'altra salma. L'inchiesta è ancora in corso, ma nel frattempo è stato iscritto nel registro degli indagati il nome di don Franco Gallo, accusato di una serie di reati tra i quali vilipendio di cadavere. Le indagini, sulle quali la Procura di Torre Annunziata preferisce tenere il più stretto riserbo, vanno avanti per capire la fitta rete di complicità che ha permesso al sacerdote di creare per la madre un insolito e macabro angolo di paradiso in terra. La situazione è al vaglio anche della Curia di Nola, nelle cui competenze rientra Torre Annunziata, che sta valutando anche l'ipotesi di sospendere don Franco dal sacerdozio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino