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Torre Annunziata. In pieno lockdown imbracciò un fucile, percorse la strada a piedi fino a casa del rivale e sparò quattro volte contro la finestra della cucina. Secondo il giudice, però, è corretta la tesi difensiva: fu un mero atto di minaccia e non un tentativo di omicidio.
È stato assolto dall'accusa di tentato omicidio, ma condannato a otto mesi di reclusione per minaccia aggravata il 20enne Luigi Monaco, rampollo della famiglia dei "Tittoni", ritenuti trafficanti di droga di Torre Annunziata.
Non fu una sparatoria per ammazzare il cognato Giuseppe C., bensì un semplice avvertimento per questioni familiari. Così, intorno alle 13 del 24 marzo 2020, l'allora 18enne Luigi Monaco prese un fucile e percorse a piedi il corso Vittorio Emanuele III di Torre Annunziata completamente deserto, fin sotto casa del cognato, prese la mira e, non essendoci nessuno alla finestra, sparò quattro volte verso la cucina. Nessuno rimase ferito. Secondo il suo difensore, si trattò di una "stesa" e non di un agguato.
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