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Ha confessato l'omicidio A.G., la donna di 40 anni il cui figlio è morto annegato nelle acque antistanti località La Scala a Torre del Greco. È quanto si apprende da fonti investigative, che sottolineano come la donna abbia sostanzialmente ammesso di avere contribuito alla morte del figlio nella convinzione che lo stesso soffrisse di ritardi mentali. Ritardi mai diagnosticati dal servizio sanitario, ma che per lei erano evidenti.
Interrogata dagli investigatori, la donna ha ammesso le proprie responsabilità. Ora è rinchiusa nel carcere femminile di Pozzuoli, su disposizione della procura di Torre Annunziata. L'accusa per lei è terribile: omicidio volontario.
La tragedia si è consumata nella serata di ieri, quando il piccolo è stato recuperato senza vita nelle acque antistanti località La Scala, a due passi da un parco giochi tanto frequentato d'estate, quanto isolato e buio d'inverno.
«Sono tuttora in corso le indagini per accertare compiutamente i motivi dell'omicidio - ha detto il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso - ma allo stato, sulla scorta delle prime acquisizioni investigative, il gesto della donna sarebbe riconducibile al fatto che la stessa credeva che il figlio fosse affetto da problemi di ritardo mentale, nonostante non vi fosse alcuna conferma dal punto di vista sanitario». Nella zona della Scala per tutta la giornata si sono susseguiti i rilievi investigativi ma anche il pellegrinaggio dei passanti, molto toccati dalla tragedia. Una mano ignota ha posto una croce in legno rudimentale nella sabbia, mentre l'area dove si è consumata la tragedia è stata posto sotto sequestro. Affacciati a finestre e balconi i residenti della parte terminale di via Calastro, l'area dove insistono i lidi balneari della zona, in parte nel territorio di Torre del Greco, in parte nella vicina Ercolano, parlano di «tragedia assurda e inspiegabile».
Parla di una «signora che non era presente a se stessa, che viveva una situazione di choc ed era in una fase di black out che andava avanti da alcuni mesi» da quando cioè «aveva riscontrato particolari sintomatologie del bambino che faceva accrescere in lei la paura che il piccolo potesse avere patologie riconducibili allo spettro autistico». É la fotografia che fa della donna 40enne accusata di avere ucciso il figlio di due anni e mezzo a Torre del Greco l'avvocato di fiducia della donna accusata di omicidio aggravato, Ciro Tommaso Civitella. E tiene a smentire che «ci siano stati propositi di suicidio da parte della mia assistita, come smentisco il fatto che nella scena del delitto possa essere entrata un'altra persona, voce circolata nelle scorse ore». «La signora - prosegue - ieri sera esce per fare una passeggiata col figlio e, senza alcuna premeditazione, entra ancora una volta in questo tunnel e non capisce più niente, ritrovandosi poi con un bimbo tra le braccia senza vita».
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