Festa di Carnevale nel Napoletano, tra le maschere in gara un baby Hitler

Festa di Carnevale nel Napoletano, tra le maschere in gara un baby Hitler
Sguardo austero, baffetto iconico, pistola e fascia rossa da braccio del Terzo Reich. L'inquietante e inconfondibile ritratto di Adolf Hitler. Ancora più inquietante se...

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Sguardo austero, baffetto iconico, pistola e fascia rossa da braccio del Terzo Reich. L'inquietante e inconfondibile ritratto di Adolf Hitler. Ancora più inquietante se si considera che a incarnarlo è un bimbo di circa tre anni, mascherato come il dittatore tedesco che neppure sa chi sia e con il broncio di chi non ha voglia di sfilare alla festa di Carnevale del paese. Non ci sono simboli delle SS sulla fascia rossa del suo costume e in mano stringe due Chupa Chups, contentino per quella sfilata che, quasi sempre, è più un vezzo degli adulti che una gioia per i piccoli. E così ieri alla festa di Carnevale di Torre del Greco, organizzata dall'associazione di inclusione sociale «Noi minori» e dai commercianti torresi per offrire un servizio al territorio, è spuntata la discutibile maschera del Führer indossata da un bimbo inconsapevole (e naturalmente incolpevole) ma apparsa palesemente a dir poco di cattivo gusto.


Tra le oltre 300 persone assiepate in via Salvator Noto, nel centro storico della città, e i quasi 200 bimbi in maschera, la passerella quasi furtiva del «piccolo dittatore» - in coppia con il fratellino di poco più di un anno mascherato da Re non ha destato particolari reazioni. Non ci sono stati commenti da parte di una giuria qualificata, formata, tra gli altri, da Luisa Liguoro, presidente dell'Ordine degli avvocati di Torre Annunziata, da Rossella Di Matteo, dirigente scolastica, Annabella Esposito e Stefania Magliacano, esperte di moda e Antonio Crispino, attore. Nessuna indignazione. Nessuno pare aver notato la pregnanza di quel simbolo, la gravità. Specialmente in questo particolare momento storico in cui si assiste a derive naziste e fasciste e, soprattutto, a un clima di crescente intolleranza. In queste settimane in cui scritte razziste e antisemite spuntano come funghi sulle porte dei deportati, sui monumenti, sui muri. E poco importa se la scelta dei genitori non è legata a ideologie politiche o culturali. «È un personaggio storico si è limitata a dire la mamma del piccolo, forse anche ignara del reale significato di quella maschera mi piaceva come gli stava». «I bambini - spiega Veronica Solvino, presidente dell'associazione Noi Minori devono essere ammessi tutti alla sfilata, senza esclusioni. Ma spesso sono gli adulti a dare messaggi sociali sbagliati».


Quella maschera non ha fatto parlare di sé alla sfilata, non è arrivata tra le prime sei classificate, e bimbo e famiglia pare siano andati via anche prima della fine della kermesse. Probabilmente non c'era intenzione di mandare alcun messaggio razzista, forse solo di rievocare un personaggio storico di cui si è letto sui libri o che si è visto rappresentato nei film, come il «Grande dittatore» di Charlie Chaplin. Solo che non si può far finta di non vedere né riderci sopra con leggerezza. Come non si può ignorare che, anche a Carnevale, la voglia di bellezza, di riscatto, la creatività armoniosa, emergono con più forza. Così, a fare da contraltare alla maschera di Hitler, tra canonici supereroi e personaggi Disney, tra i mediatici Morgan e Bugo e l'immortale coppia Mondaini-Vianello, a vincere la kermesse è stata un'opera d'arte: la Monna Lisa di Leonardo Da Vinci. Una maschera originale, realizzata artigianalmente con tanto di cornice, indossata da una bellissima e serafica bambina.
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Il Mattino