«Atlante delle storie omesse», indagine sul sottosuolo di Villa Arianna a Stabiae

CASTELLAMMARE DI STABIA - «Indagare il sottosuolo. Atlante delle storie omesse». Si chiama così il il progetto dell'artista Lara Favaretto...

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CASTELLAMMARE DI STABIA - «Indagare il sottosuolo. Atlante delle storie omesse». Si chiama così il il progetto dell'artista Lara Favaretto che unisce passato e futuro. Si tratta di un'idea realizzata in collaborazione con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Madre, museo d’arte contemporanea della Regione Campania, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, il Parco archeologico di Pompei, che ha vinto la seconda edizione del Bando Italian Council 2017 della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del Ministero per i beni e le attività culturali. 

 

Tracce di storia sono state riportate alla luce attraverso carotaggi. Dopo un lavoro di analisi, studio e catalogazione, adesso sono in mostra a Villa Arianna, sito archeologico di Castellammare di Stabia, dove resteranno fino al 18 novembre. La singolarità dell'iniziativa, però, sta nella «consegna alle generazioni future». Tali materiali saranno archiviati, insieme, in un contenitore di ferro che verrà sigillato e sepolto come Time Capsule. Il luogo dell'interramento, nel Parco nazionale del Vesuvio, sarà contrassegnato da una pietra lavica recante la data della sepoltura e del futuro dissotterramento, che avverrà tra cento anni, e le sue coordinate saranno inviate all'International Time Capsule Society ad Atlanta. «E' un messaggio nella bottiglia che coglieranno le generazioni future» sottolinea il direttore degli scavi archeologici di Pompei Massimo Osanna. «Carotare la Campania Felix è stato complesso, ma importante: sono state riportate in superficie quelle storie che rischiano di essere marginalizzate perchè minori. Tutto verrà messo in una scatola sotterrata sul Vesuvio, che sarà riportata alla luce tra cento anni: queste storie sopravviveranno, qualsiasi cosa accada al nostro pianeta» spiega Andrea Viliani, Direttore Generale museo Madre. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino