Tra i quattro destinatari dei provvedimenti di fermo disposti dalla Dda di Napoli, ci sono anche due italiani convertiti all'Islam e radicalizzati: Mario Di Leva,...
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Dalle intercettazioni sarebbero emersi anche presunti contatti tra i coniugi di San Giorgio a Cremano e i rapitori di quattro italiani sequestrati in Libia nel 2015.
La circostanza sarebbe venuta alla luce da alcuni sms di poco successivi al sequestro in cui i coniugi facevano riferimento alle persone già incontrate qualche tempo prima, alludendo a loro come autori del rapimento. Uno scambio di messaggi telefonici tra marito e moglie che svela il radicamento della coppia in contesti internazionali condizionati dalla presenza dell'isis. I due coniugi commentano la notizia del rapimento di quattro soggetti italiani in Libia nel luglio del 2015: il sequestro si concluse, a marzo del 2016 con la morte di due italiani, Fausto Piano e Salvatore Failla mentre gli altri due rapiti, Gino Pollicandro e Filippo Calcagno, riuscirono a fuggire.
Mario Di Leva: «Hey, hanno rapito quattro italiani in Libia».
Annamaria Fontana: «Già fatto notizia vecchia, già stato in contatto».
Annamaria Fontana: «Ce li hanno proprio quelli dove noi siamo andati, già sto operando, con molta tranquillità e molta cautela».
È uno scambio di WhatsApp, che evidenzia il rapporto con milizie legate all'Isis. Inchiesta coordinata dai pm Maurizio Giordano, Catello Maresca e Cesare Sirignano, oggi alla DNA, sotto il coordinamento dell'aggiunto Giuseppe Borrelli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino