Casalnuovo. Stava rincasando dopo una giornata trascorsa a Napoli, all’università dove studiava ingegneria aerospaziale. Quel treno doveva riportarla a casa e alla...
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L’incidente a Casalnuovo, alla stazione della ferrovia di Stato. Sul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine che hanno avviato tutti i rilievi tentando di ricostruire l’esatta dinamica dell’ennesima inspiegabile tragedia che si è consumata a Casalnuovo. Sulla banchina una scarpa, poco più in là un lenzuolo bianco a coprire il corpo. Poi a pochi metri un capannello di persone e al centro, seduto, un uomo disperato. È il papà di Simona. La stava aspettando ed invece, inerme, l’ha vista sbalzare e morire nella maniera più atroce.
In lontananza, lungo la strada ferrata, si vedono delle luci. Un treno è fermo, e l’altoparlante annuncia la sospensione del traffico ferroviario. Decine di persone affollano la strada e raggiungono la stazione richiamate dal forte rumore causato dall’impatto seguito dal suono delle sirene. «Siamo abituati al rumore dei treno, ma stavolta c’era qualcosa di diverso. Mi sono precipitata fuori. Poi ho visto la scena. Non posso crederci, è assurdo», commenta una donna che lavora in un bar della zona. A pochi metri da dove il lenzuolo bianco copre il corpo esanime di Simona, ci sono ancora dei fiori e dei messaggi in ricordo di Raffaella Ascione, a cui poco più di un anno fa, era il maggio 2016, toccò la stessa terribile sorte. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino