Le mamme di bambini trapiantati all'ospedale Monaldi annunciano battaglia e al loro fianco si schierano anche Federconsumatori e il Comitato Sanità regionale pronti a...
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In quell'occasione inoltre - ricordano le famiglie - era stato fissato un ulteriore incontro per il 21 febbraio che «è stato eluso». I genitori denunciano che l'incontro tenutosi a gennaio è stato «solo un modo per convincerci a non tenere il presidio, programmato per il 23 gennaio, davanti la sede della Regione Campania».
«Il presidente De Luca - denuncia Assunta, madre di Checco e Giovanni - ci prende in giro e si permette di disporre del tempo che potremmo dedicare ai nostri figli». Le famiglie accusano l'istituzione regionale di «giocare con la vita dei nostri figli». «Cosa dobbiamo fare per avere di nuovo udienza - si chiede Rosalba, mamma della piccola Imma - dobbiamo minacciare il suicidio?. De Luca - prosegue la donna - aveva detto che voleva umanizzare le strutture sanitarie, migliorare la qualità del servizio e valorizzare le professionalità. Evidentemente erano delle battute». Le famiglie denunciano il declino della struttura trapianti del Monaldi «ora a rotoli, mentre prima era un centro di eccellenza». Secondo i familiari, il peggioramento della situazione si è avuta «da quando è cambiato il primario di cardiochirurgia pediatrica e da quando i medici esperti di cuore artificiale e trapianto nei bambini sono stati allontanati». Secondo i dati forniti, l'ultimo caso di bambino sopravvissuto a un trapianto pediatrico a Napoli è del giugno 2014. Da allora - denunciano - «contiamo 8 morti. Otto bambini il cui destino - rimarcano - non era segnato e che, in alcuni casi, avevano già subito il trapianto». Le mamme annunciano che non si fermeranno. «Abbiamo scritto al presidente De Luca, alla commissione Sanità, alla direzione dell'ospedale ma evidentemente ci sono poteri forti che nessuno si permette di osteggiare, ma noi non ci fermeremo perché non intendiamo aspettare che accadano altre tragedie, la struttura sanitaria deve garantire l'adeguata assistenza». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino