Una cena con politici e imprenditori per parlare del mega appalto regionale dei trasporti. Un affare da 95 milioni di euro per l'affidamento in concessione «net...
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Invece, con Anna La Rana il prezzo della corruzione sembra essere differente: in cambio della solita assunzione dello stesso amico, De Angelis velocizza i pagamenti, andando in deroga a tutte le normative e permettendo l'avvio della stagione estiva all'imprenditrice e avvocatessa originaria di Torre Annunziata. Una procedura di deroga che per gli inquirenti rappresenta il «reciproco scambio» della corruzione. Nell'ambito della stessa operazione, sono indagati a piede libero imprenditori del trasporto marittimo, accusati di corruzione di ufficiali e sottoufficiali della Guardia Costiera e della Marina Militare, e di funzionari e dirigenti del Demanio marittimo della Regione Campania. Tutti sono stati oggetto della perquisizione dei finanzieri che hanno acquisito documentazione utile per capire il meccanismo delle varie aziende coinvolte nella gestione delle vie del mare che passano, ovviamente, da Capri. Figura di spicco nell'inchiesta principale della Dda, però, resta Alfonso Ronca. Era il 13 settembre 2018, quando gli investigatori hanno riscontrato l'incontro a cena descritto durante alcune conversazioni intercettate. In un'abitazione di Agerola si parlava del bando regionale per aggiudicare un appalto da 95 milioni di euro. All'incontro tra imprenditori del settore trasporti e funzionari regionali sono presenti lo stesso Ronca, l'imprenditore agerolese Raffaele Fusco, il consigliere regionale Mario Casillo, il consigliere metropolitano con delega ai trasporti Giuseppe Cirillo e il sindaco di Agerola Luca Mascolo. A parte Ronca, è da precisare che nessuno risulta tra gli indagati. Una cena che, secondo gli inquirenti, dimostra come la camorra in questo caso il clan D'Alessandro attraverso Ronca sia interessata a mettere le mani sugli appalti pubblici. Come nel caso della procedura di gara dell'Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centrale sul «Porto di Castellammare di Stabia, Banchina Fontana, Riqualificazione area demaniale marittima Acqua della Madonna», che avrebbe visto l'infiltrazione del clan D'Alessandro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino